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 INFOCANYON - ITALIA
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 Badde Pentumas

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
settembre52 Inserito il - 06 marzo 2008 : 00:21:24
Percorsa il 29/02/08, abbiamo preferito il piu' renumerativo avvicinamento dalla localita' Marghine Ruju accompagnati da Pinnettos piu' o meno frequentati ed altri ormai irrecuperabili.
Armi tutti a posto e laghetti indulgenti per la poca presenza di acqua che mi hanno evitato l'ennesimo bagno.
Una classica imperdibile del Supramonte di Oliena.

Pietro Torellini



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Le foto nelle pagine del nostro album.

http://www.torrentismo.it/foto/thumbnails.php?album=67
20   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Geronimo Inserito il - 28 aprile 2016 : 16:09:25

Discesa il 25/4 in occasione di una piccola spedizione nel Supramonte di Oliena per ripetere alcune vie di Gogna & C.

E' la prima volta che mi capita di scendere una forra oggettivamente bellissima, e di esaltarmi ancor più durante il percorso di avvicinamento...

Salire senza sentiero, attraversando boschi di lecci e di ginepri secolari, e trovare all'improvviso immensi campi di roccia scolpita (da percorrere con passi rapidi e precisi, alla maniera degli indiani apache) è stata un'orgia di vento e di roccia che non scorderò.

Tornerò in Sardegna di sicuro; in Barbagia in particolare. In certe occhiate severe ma non insistenti (di chi ti lascia entrare ma guarda bene come ti comporti) si nota tutto l'amore dei sardi per la loro terra. Questa è una cosa che rispetto davvero. Perchè la retorica è nelle parole; mai negli sguardi.

Ciao,
Geronimo

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Milena Argiolas Inserito il - 15 gennaio 2016 : 10:55:43
Bè la prima sparita che mi viene in mente è quella davanti alla grandissima pianta di edera che la piena si è portata via e che si scendeva salendo un piccolo terrazzino in riva sinistra, ora invece si disarrampica, più o meno agevolmente, la frana che ha lasciato lo smottamento che si è appunto portato via la grande edera. L'altro salto mancante non ricordo quale sia, ho preso solo gli appunti su quello che c'era, non pensavo di dover giustificare con prove circostanziali la mancanza.


Milena Argiolas
CR: SARDEGNA
anelimroc@yahoo.it
329 6443463
Corrado Inserito il - 14 gennaio 2016 : 22:02:49
Bene, prendo atto che sono quindi sparite due verticali. Strano, perchè un mese fa c'erano ancora...

Io se fossi in te le riconterei meglio.
Milena Argiolas Inserito il - 14 gennaio 2016 : 20:48:21
No


Milena Argiolas
CR: SARDEGNA
anelimroc@yahoo.it
329 6443463
Corrado Inserito il - 14 gennaio 2016 : 20:34:23
Mi sa che nelle vostre misurazioni manca qualche salto all'appello...
Milena Argiolas Inserito il - 14 gennaio 2016 : 19:58:00
Percorsa domenica 25 ottobre, abbiamo misurato i salti visto che le varie piene degli ultimi anni ne hanno modificato un po' la morfologia.
Primo salto in riva destra in alto, così si evitanto le acrobazie nella marmitta di ricezione dell'armo in riva sinistra che è "miracolosamente" sempre piena d'acqua.
40, 8, 25, 23, 15, 4, 24, 10, 20, 14, 8
Armi OK


Milena Argiolas
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anelimroc@yahoo.it
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Milena Argiolas Inserito il - 29 ottobre 2013 : 17:56:32
Percorsa domenica 27 Ottobre
Per la prima calata abbiamo usato la catena che sta sulla destra orografica, è posizionata leggermente più in alto rispetto al greto, ma usare questo ancoraggio ci risparmia sia i passaggi da equilibristi per evitarci un sicuro bagnetto, sia il successivo rischio di immergere la corda nell'acqua fetida e visto che Pentumas è una forra secca e avremo con noi zaini normali, anzichè i classici zaini da canyoning, la cosa ha un suo perchè Quindi per chi deciderà di utilizzare questo ancoraggio anzichè il solito consideri che la prima calata è di circa 33 mt anzichè 25.
Il salto succcessivo da 8 mt arriva direttamente dentro un'altra bella pozza di acqua fetida, l'abbiamo evitata con una facile arrampicata in riva sinistra che ci ha permesso inoltre di evitare anche il successivo budello di pozzette.

Il quarto salto, il famoso salto con l'edera, ora è disarrampicabile, eventualmente i due fittoni in riva sinistra sono ancora presenti, non sono facilmente visibili se non si conosce bene il canyon, si devono individuare prima iniziare a disarrampicare, altrimenti è decisamente più semplice continuare a disarrampicare

Gli armi sono tutti Ok e Pentumas è sempre uno splendore, è l'unica cosa che non cambia mai

Milena Argiolas
CR: SARDEGNA
sardegna@canyoning.it
329 6443463
Orsoluglio Inserito il - 11 giugno 2012 : 10:11:07
Caro Corrado, mi piace l'immagine del percorso in punta di piedi, o sulle punte, come se noi fossimo ballerine di Degas, in equilibrio tra il volo e il parquet. Mi piace anche perché in punta di piedi si produce meno rumore, e il rumore suscita l'interessamento della massa. La massa, di per sé, è molto rumorosa. L'interessamento della massa, poi, porta alla ricerca del consenso da parte di alcuni, e la ricerca del consenso è potenzialmente distruttiva, come una bomba all'idrogeno, ma al contrario: produce strade bitumate, valorizzazioni turistiche di calcestruzzo, centri polifunzionali, sacchetti di plastica, protezionismo e divieti. Abbiamo bisogno di equilibrio. Non parlo di te, ché ne sei maestro. Pensa alle recenti mosse operate del Sindaco di un Comune di cui sicuramente ami, come me, il territorio. Ecco, è vero che gli USA propongono esempi positivi e negativi di gestione del territorio. Quello che è evidente è che, nella depressione pneumatica che ci affligge, le idee mancano, e pare che si riescano a recepire soltanto gli esempi peggiori. Sono questi spunti di riflessione, sui quali mi interrogo con tranquillità e senza catastrofismo.
Un caro saluto.

Sandro D.

The hammer done left me!
skeno69 Inserito il - 11 giugno 2012 : 08:09:47
Belle riflessioni, lo dico senza ironia.
I percorsi spettacolari come Pentumas vedranno qualche segno dell'uomo ma sicuramente rimarranno vergini tante gole sportivamente meno interessanti.
Guardando i lati positivi possiamo però dire che al crescere del numero di frequentatori dovrebbe crescere anche la coscienza ambientale.
Per quanto riguarda gli Usa: non è tutto oro quel che luccica. A Zion piantano meno roba di noi ma poi scendono su armi arretrati con corde fisse bloccate che segano letteralmente l'arenaria, creando veri "pettini" di roccia. Uno spit ben posizionato farebbe meno danni!
Ciao
Skeno
Corrado Inserito il - 10 giugno 2012 : 16:37:41
Caro Sandro, io non sono arrivato a 1001, ma a circa 40 si... e ovviamente ho notato che il passaggio di molte ripetizioni lascia il suo segno. Devo però dirti che le mie impressioni non sono così catastrofiche.

Ho infatti enorme piacere del fatto che centinaia di persone ogni anno desiderino visitare luoghi così belli, lasciando appena il segno del loro passaggio. Si, "appena", perché quel che io e te possiamo notare è davvero solo un graffio alla montagna, fatto da centinaia di persone che in fondo non offendono il territorio in maniera permanente.

È per questo che, per nessun motivo al mondo, citerei gli USA come esempio di fruizione dell'ambiente naturale. Le loro normative ultra-restrittive arrivano sempre dopo aver costruito enormi piazzali di cemento, strade, immensi belvedere o dopo aver pianificato precise deroghe ai tour in aereo ed elicottero. Diciamo, con un eufemismo, che io mi auguro di non vedere simili scempi nella mia terra, e che dover "subire" i resti di "incontinenti intestinali", per quanto indisponente, è un prezzo che sono disposto a pagare affinché tutto resti com'è ora. Come dire: meglio quelli che i bagni chimici in Supramonte!!

Nessuna polemica, per carità, dico solo che al silenzio assordante di una pratica turistico-sportiva che nessuno capiva e condivideva negli anni che tu citi, preferisco la situazione attuale. E del resto temo di esserne stato, seppur in percentuale infinitesimale, concausa di questo contagio virale...

A chi frequenta la montagna in compagnia di molti amici o adepti, come te e tanti altri, resta solo l'obbligo di trasmettere una buona educazione escursionistica (e/o torrentistica), così che anche le prossime migliaia di nuovi praticanti possano frequentare il Supramonte in punta di piedi.
Orsoluglio Inserito il - 04 giugno 2012 : 08:28:57
Quante volte avevo già percorso Badde Pentumas? Mille! Con ieri, sono già arrivato a mille e uno! :)
Armi ok.
Quanto sono lontani i tempi in cui cordini, fettucce e maglie rapide erano materiali di consumo che, dopo essere stati abbandonati durante la stagione precedente, si ritrovavano, poi, segnati dal tempo, a distanza di mesi, se non, anni. Si lavorava di coltello e, ogni volta, l'occhio ormai esperto riconosceva i piccoli segni del passaggio recente di altri amici: un cordino nuovo dello stesso tipo e colore di quello appena arrivato nel solito negozio di materiale tecnico, un omino di pietre isolato come la vedetta della fortezza basiani che segnalava un passaggio su rampa a destra... Era una fase romantica del torrentismo in Sardegna che si chiuse, forse, già negli ultimi anni Novanta; nessun rimpianto, per carità! ;)
Eppure, riconoscere i "solchi" lasciati dal passaggio di orde di sportivi, toglie qualcosa al fascino di luoghi belli in modo sorprendente. Si tratta di una fase "sportiva" del torrentismo, questa che viviamo, destinata a durare finché non si raggiungerà il limite sopportabile da "carico umano" in luoghi da sempre pressoché inviolati dalla presenza dell'uomo.
In altri paraggi del nostro Pianeta, come negli USA o in Australia, il canyoning è praticato in modo tale che lo sportivo non lasci dietro di sé alcuna traccia del proprio passaggio. Viene persino consigliato di camminare sempre sulle rocce, o di portare via con sé i resti delle proprie funzioni biologiche...
Altri luoghi, altre dimensioni del fenomeno sportivo, altre culture.
Alcune pozze meandriformi dove qualcuno utilizzava persino il canottino per facilitare il passaggio di chi non voleva bagnarsi i piedi, ora sono colme di sassi e tronchi e ci si passa dritti dritti; e gli arbusti con i rami mutilati, e gli omini di pietre disposti a plotoni, e i resti maleodoranti e malcelati del passaggio di incontinenti intestinali.. sono tutti spunti di riflessione.

Saluti.

Sandro D.

The hammer done left me!
Corrado Inserito il - 17 ottobre 2010 : 20:04:08
Ottima relazione.

Aggiungo, per precisione, che per la progressione non è indispensabile avere con se alcuna corda.
Una corda potrebbe essere utile averla per eventuali emergenze o per aiutare un compagno in difficoltà.

È piuttosto importante che le doppie longe abbiano il dissipatore.
È fondamentale l'uso del casco e vivamente consigliato quello dei guanti.

Prossimamente, spero entro fine mese, è previsto il posizionamento di un libro via alla sommità del diedro...
Torrentista ma non troppo Inserito il - 15 ottobre 2010 : 15:56:00
Ecco una descrizione della ferrata di Pentumas, così come è attualmente dopo il riarmo del 2010, effettuato da Marco Pisano e Corrado conca.

LA FERRATA DI PENTUMAS
DESCRIZIONE
Testo di Marco Pisano (A.S.A.D.M. – Uras)
Foto di Luca Doro & Marco Pisano (A.S.A.D.M. – Uras)


La ferrata di Pentumas è facilmente raggiungibile parcheggiando le auto presso la Grotta e l’omonimo Rifugio di Sa Oche, nella Valle di Lanaitto. Da qui si percorre la strada sterrata che porta alla Voragine e al villaggio nuragico di Tiscali. Prima del bivio per la grotta di Helighes Artas si parcheggiano le auto in una piccola piazzola (attenzione ci stanno solo due auto) sulla destra in corrispondenza di un grosso masso di calcare. Da qui parte un sentiero inizialmente in mezzo al bosco e successivamente sul letto ciottoloso del torrente. Bastano 5 minuti per raggiungere l’uscita della Gola di Pentumas.

Si cammina sul greto del fiume e quasi subito si raggiunge facilmente l’ultimo salto di Badde Pentumas che si risale con una arrampicata di circa 10 metri (è possibile proteggerla visto che è presente un armo). Si prosegue camminando all’interno della gola per circa 30 minuti. Si supera un primo grosso anfiteatro roccioso posto sulla sx (risalendo il bacu è in destra idrografica). Sorpassato lo spigolo del suddetto anfiteatro, sempre alla nostra sx, si giunge a un secondo e più grosso anfiteatro roccioso. Proprio sulle nostre teste si sviluppa la ferrata. La base dell’anfiteatro è occupata da un vasto conoide di detrito ricco di pietrame grossolano. Per raggiungere la ferrata bisogna risalire questa pietraia, operazione tutt’altro che semplice. Dalle auto bastano 35 – 45 minuti di marcia per giungere fin qui.

Alla sommità della pietraia, spostata sulla sinistra, si trova un tronco poggiato sulla parete a mò di “Udulu”. Il tronco è stato sistemato in questa posizione per facilitare la piccola risalita di pochi metri. Qui si indossano gli imbraghi e l’attrezzatura da ferrata. Una scritta “K13”, in vernice verde, indica la direzione giusta per la ferrata. L’arrampicata non risulta particolarmente difficile, ma in caso di pioggia e di zaini pesanti, l’utilizzo di una corda di sicura può essere consigliato. La presenza di 4 fittoni resinati (due di sosta e due di sicura) funge allo scopo.
Da qui parte una prima cengia, in leggera salita verso destra; la progressione è piuttosto facile ma attenzione alle scivolate in caso di pioggia.

Si abbandona la cengia in prossimità di una paretina i 4 metri dove un tempo vi erano collocati due appoggi in ferro e una corda piuttosto malconcia. Ora la risalita è decisamente più sicura. La presenza di 4 robusti gradini in acciaio inox e un cavo anch’esso d’acciaio rendono la progressione decisamente meno faticosa e assai più sicura.

Superata la breve piccola verticale, ora si procede in salita su in versante piuttosto irregolare, scivoloso se bagnato, ma sempre accompagnati da un cavo d’acciaio di nuovo attrezzamento. Questo breve pendio, di un ventina di metri, termina in corrispondenza di un vecchia quercia, prima della quale il cavo devia verso sinistra per seguire la parete rocciosa. Qui, nonostante i nuovi armi, persiste il pericolo di caduta pietre, ma soprattutto si cammina su una substrato terroso molto friabile con una spinta propensione allo smottamento. La presenza del cavo tuttavia ci da una certa sicurezza. Ora ci troviamo davanti a una nuova, piccola arrampicata di circa 4 meri; qui la progressione non risulta molto impegnativa, ma la presenza, subito a sinistra, di uno strapiombo, ci ha consigliato di posizionare un nuovo tratto di cavo d’acciaio, tale da rendere sicura la progressione. Attenzione perché la breve arrampicata non risulta del tutto scontata, soprattutto se effettuata in discesa.
Da questo momento si moltiplicano i bollini verdi che indicano la marcia attraverso un rado boschetto, su di un substrato molto franoso per l’abbondante presenza di pietrame e detrito fino. Il sentiero serpeggia in leggera salita, poi una piccola deviazione verso destra seguita da una facilissima arrampicata; infine una susseguente deviazione in discesa verso sinistra. Da qui i bollini verdi ci permettono di raggiungere quella che è nota da taluni come Cengia K13 e dai pastori come “S’Istrada Minore” che prosegue sulla stessa Cengia della Ferrata di Pentumas, ma in salita verso destra. Attraverso questa cengia è possibile raggiungere in 90 minuti Punta Duavidda e la zona di Sovana. Noi invece scendiamo verso sinistra. Già è ben visibile la cengia che dobbiamo percorrere.

Si cammina finalmente sulla cengia vera e propria della ferrata di Pentums; la cengia è da subito (nuovo attrezzamento) protetta da un cavo in acciaio.

Nel primo tratto la cengia è facilmente percorribile, solo in occasione di pioggia risulta qua e là scivolosa. Questo primo tratto facile della cengia è lungo una settantina di metri. Segue un tratto di 18 metri molto esposto ma sempre protetto da un cavo d’acciaio. Qui la progressione avviene con un appoggio per i piedi veramente esiguo, ridotto a pochi centimetri o del tutto assente; in quest’ultimo caso si procede praticamente appesi al cavo e con un sottostante strapiombo che raggiunge i 150 metri a picco sul letto della codula.

Superato questo piccolo traverso, si continua in una comoda cengia, anch’essa armata con cavo d’acciaio; in totale sono altri 50 metri di cengia. In questo tratto si trova una deviazione di quasi 90 gradi verso sinistra e in breve si giunge, in corrispondenza di uno spigolo, al termine della cengia.

Anche questo tratto è esposto ma ben protetto. Da qui inizia la progressione verticale lungo un diedro e agevolata da gradini in ferro e da una robusta catena (vecchio attrezzamento).

Terminato questo tratto verticale (di una quindicina di metri), piuttosto pesante dal punto di vista fisico, si arriva su di un terrazzino molto comodo e panoramico. La sosta è praticamente obbligata per tirare un po’ il fiato. Da qui si intravvede verso il basso l’intero percorso della ferrata.

Terminata questa risalita segue un breve traversino di venti metri sempre protetto dal cavo, che termina con un tratto finale in arrampicata protetto da una catena.

A questo punto ci troviamo seduti sui bianchi calcari del Supramonte e davanti a noi la bellissima Valle di Lanaitto. Il panorama è veramente spettacolare. Per rientrare alle macchine si cammina sui campi solcati prima in salita fino a raggiungere la sommità della parete e poi in discesa, seguendo qualche omino che ci porta leggermente sulla destra (guardando verso valle) rispetto alla gola di Pentumas.

Lungo la discesa s’incontrano delle piazzole dei carbonai e poi una mulattiera. Si cammina quindi su un evidente e facile sentiero in mezzo al bosco che ci rimette nel greto percorso all’andata. L’uscita è sullo stesso sentiero preso inizialmente.

Attrezzatura di gruppo:
corda dinamica da almeno 40metri,
corda di emergenza,
cordini, fettucce e moschettoni.

Attrezzatura personale:
imbrago d’arrampicata,
longe da ferrata e/o corda con due longe di pari lunghezza (importante usare moschettoni a base larga),
casco e eventualmente guanti.

Al riarmo della ferrata hanno partecipato economicamente i seguenti gruppi o individui:

1) ASSOCIAZIONE SPELEOLOGICA ALBERTO DELLA MARMORA – URAS
2) UNIONE SPELEOLOGICA CAGLIARITANA – CAGLIARI
3) GRUPPO SPELEO ARCHEOLOGICO GIOVANNI SPANO – CAGLIARI
4) GRUPPO ESCURSIONISTICO AMBIENTALE – NUORO
5) SPELEO CLUB ORISTANO – ORISTANO
6) GRUPPO SPELEO AMBIENTALE SASSARI – SASSARI
7) CENTRO SPELEOLOGICO CAGLIARITANO – CAGLIARI
8) GRUPPO SPELEOLOGICO CENTRO STUDI IPOGEI SPECUS – CAGLIARI
9) CENTRO STUDI AMBIENTALI VITTORIO MAZZELLA – DORGALI
10) TRUMA DE ARKEO GUTURULUGIA MONTE MAJORE – THIESI
11) SPELEO CLUB NUORO – NUORO
12) GRUPPO GROTTE CAGLIARI CAI – CAGLIARI
13) CORRADO CONCA









Milena Argiolas Inserito il - 05 ottobre 2010 : 22:52:42
Ma soprattutto un grazie a tutti coloro che hanno partecipato all'opera, sia economicamente, sia fisicamente
forzaparis Inserito il - 05 ottobre 2010 : 19:17:56
Corrado ha scritto:

Anche se non ha una grande relazione con il canyoning, ma l'ha con Badde Pentumas, volevo solo comunicare che domenica scorsa sono stati terminati i lavori di richiodatura del percorso attrezzato (Istrada Minore), noto come Ferrata di Pentumas.

Il lavoro consisteva nella sostituzione di tutti i cavi e dei suoi ancoraggi, nonché della sostituzione dei gradini della prima piccola verticale e della sua protezione con cavo.
Le catene, essendo ancora sicure, non sono state sostituite mentre è stato sostituito qualche loro ancoraggio e alcune maglie rapide.

Prossimamente si provvederà a sistemare un "libro via", intanto eventuali segnalazioni sullo stato degli armi o eventuali necessità di manutenzione possono essere indirizzate a me :-)

Sottolineo che il lavoro è stato realizzato con il contributo economico di molti gruppi speleo della Sardegna.

Buon divertimento!

Complimenti a tutti i partecipanti al lavoro.

Guido
Spaccaforra Sardegna Canyoning
Corrado Inserito il - 05 ottobre 2010 : 18:03:29
Anche se non ha una grande relazione con il canyoning, ma l'ha con Badde Pentumas, volevo solo comunicare che domenica scorsa sono stati terminati i lavori di richiodatura del percorso attrezzato (Istrada Minore), noto come Ferrata di Pentumas.

Il lavoro consisteva nella sostituzione di tutti i cavi e dei suoi ancoraggi, nonché della sostituzione dei gradini della prima piccola verticale e della sua protezione con cavo.
Le catene, essendo ancora sicure, non sono state sostituite mentre è stato sostituito qualche loro ancoraggio e alcune maglie rapide.

Prossimamente si provvederà a sistemare un "libro via", intanto eventuali segnalazioni sullo stato degli armi o eventuali necessità di manutenzione possono essere indirizzate a me :-)

Sottolineo che il lavoro è stato realizzato con il contributo economico di molti gruppi speleo della Sardegna.

Buon divertimento!
alexca Inserito il - 12 luglio 2010 : 09:52:24
Ciao a tutti
sabato 10/07 ho percorso la ferrata e "s' istrada minore".
La parte nuova della ferrata è splendida. Le protezioni sul primo diedro sono buone.
Le maglie rapide poste nel punto in cui finisce la catena del primo diedro ed inizia il secondo cavo (quello vecchio) invece mi son sembrate abbastanza vecchie.
Il cavo vecchio che congiunge i due diedri appare datato ma sembra ancora abbastanza sicuro.
La catena sull ultimo diedro appare in buone condizioni.
Qualche metro piu ad ovest dell arrivo del diedro ho lasciato un cordino e una maglia rapida su una clessidra per scendere in doppia sul cavo sottostante.
La cengia di s'istrada minore presenta un cavo vecchio e poco sicuro, ma la cengia è abbastanza larga e non presenta passaggi difficili. L'ho percorsa sino ad un iscala e fustes che consente di salire agevolmente sui campi solcati (non so se continuando sulla cengia ci siano altre vie d'uscita)
Abbiamo preferito non pernottare nel cuile di punta duavidda perchè era chiuso male e gli animali vi entravano (e c'erano zecche). Abbiamo preferito dormire nel grottone poco sopra.
Domenica abbiamo percorso badde pentumas. Tutti gli spit e le catene sono in ottimo stato.
Il caldo non è mai stato troppo eccessivo, solo un po fastidioso la mattina su boccaportu.
Le pozze hanno acqua ma prestando un po di attenzione si riesce a non bagnarsi.
Nella grotta della terz'ultima calata c'è una pozza con abbondante acqua pulita.

Fantastica esperienza :)
Milena Argiolas Inserito il - 10 luglio 2010 : 19:42:58
Corrado ha scritto:

Torrentista ma non troppo ha scritto:

Molti chiamano questo tratto di cengia "K13"


No vi prego K13 no!!



Bello K13 e il sentiero lo facciamo segnare al ragazzo che fa tutti gli omini a Monte Maccione?
Scusate l'ilarità, ma quando ho letto il post di Marco Torrentista ma non troppo ho avuto a stessa angoscia di Corrado, spero sia uno scherzo
settembre52 Inserito il - 07 luglio 2010 : 10:26:07
forzaparis ha scritto:

settembre52 ha scritto:
Tieni presente comunque che i Pinnettus hanno sempre propietario/propietari ai quali sarebbe meglio chiedere il permesso per dormirci come noi abbiamo fatto e se sono frequentati e ci sono provviste di legna se questa viene consumata prima di partire reintegrarla (lasciando stare i ginepri fossili!)
Dormire in un pinnettu in una notte d'estate con la luna piena e' esperienza emozionante eheh.
pt

Ma il permesso dove lo chiedi? Non penso che quando arrivi, li trovi qualcuno a guardia del pinnettos?
Dovresti sapere preventivamente dove vai ad allogiare e informarti su chi lo gestisce, voi avete fatto cosi?
Non mi sembra in ogni caso una cosa semplice a meno di non conoscere gia qualche abitante di questi luoghi.

Guido
Spaccaforra Sardegna Canyoning


Ho organizzato l'uscita giorni prima, sapendo che Cuile di sa vadde de Sas Mandras era in ottime condizioni avevo previsto che avremmo dormito li'.
Conosco ad Oliena persone che lo frequentano e il resto viene da se', ovviamente questo e' un caso limite perche' in altri Cuiles lasciati all'abbandono e' difficile trovare persone cui far riferimento, se dovessi dormire a Vilthi Vilithi credo (ma non ne sono sicuro) che non mi porrei il problema.
Ti garantisco comunque che il mio gesto e' stato molto apprezzato e rimane comunque una forma di rispetto nei confronti di chi ha operato il recupero che comunque dovrebbero essere persone legate ai vecchi "proprietari".
Alcuni cuile sono frequentati anche d'inverno o comunque con la brutta stagione e sarebbe imbarazzante trovarsi in 10 in un cuile dove al massimo entrano 4/5 persone.
Tengo a sottolineare che i Cuiles (quelli di mia conoscenza) sono sprovvisti di qualsiasi lucchetto e catena per cui tutti vi possono entrare accenderci il fuoco e quant'altro.
Carina l'idea del guardiano, magari che fa i biglietti tipo Tiscali.

pt
teletottes Inserito il - 07 luglio 2010 : 09:55:21
ISTRADA MINORE...

Jose

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