V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
erwink |
Inserito il - 06 giugno 2005 : 10:32:16 Ieri abbiamo percorso la forra del Rio Eschio a Gargazzone. La portata ? decisamente inferiore rispetto alla media stagionale. Comunque,le pozze sono limpide e l'acqua ? pulita. Gli armi sono tutti a posto. Un po' di difficolt? a trovare l'accesso, poich? le tracce di sentiero che c'erano sono diventate sempre pi?...tracce. Erwin |
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
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Inserito il - 09 settembre 2024 : 10:55:23 Entrati nella parte inferiore per eliminare con il flessibile i vecchi ancoraggi piegati dalle piene. Nella calata dopo la pozza pensile, l'ancoraggio si trova ora sulla sinistra, con due chiodi resinati scollegati. La catena in riva destra, piegata dalla piene, è ancora al suo posto perché abbiamo consumato i dischi della flex prima di riuscire a tagliarla. Attenzione: sulla penultima calata uno dei due chiodi resinati sulla destra si muove, non siamo riusciti a toglierlo; abbiamo comunque aggiunto una catena inox con fix 10 in posizione più comodo, in linea con la calata. Torneremo a completare il lavoro. |
erwink |
Inserito il - 28 agosto 2024 : 16:49:02 Purtroppo non eravamo riusciti a sistemarlo prima del raduno 2024, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Questa mattina con Andrea C. abbiamo posizionato i nuovi resinati per sostituire quelli danneggiati dalle piene nella parte inferiore del Rio Eschio. Messo un nuovo resinato per la partenza del mancorrente e un intermedio prima della cascata da 22 (quella dopo la presa d'acqua) e due resinati non collegati sulla calata successiva in riva sinistra. A destra tutto quello che c'era è piegato. Torneremo con la flex per eliminare i vecchi ferri.
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matteo rivadossi |
Inserito il - 14 ottobre 2019 : 12:29:26 Bella mattinata quella di ieri domenica 13 ottobre in compagnia dei cugini serenissimi Lillo Panizzon e Mirko Benedetti lungo una forra breve ma assolutamente meritevole. Ben scavata e tecnica immaginandosela con acqua abbondante e non con i 50l/sec di ieri.
Fatti vari tuffi ignoranti: uno per tutti quello della C.22 (la seconda dopo la presa). Della serie "agitare forte le braccia" non allunga abbastanza la traettoria...
Grazie ancora all'ospitalità della Biasioni family che ha reso questa rapida trasferta una degustazione slow food! La weinstrasse, c'era da aspettarselo, non perdona.
matteo
ps: aspettiamo tutti il raduno 2020! |
erwink |
Inserito il - 19 agosto 2019 : 09:47:02 27/07/2019: durante la percorrenza del Rio Eschio, arrivati alla cascata a "coda di cavallo", ho deciso di frazionare la calata, per agevolare il recupero della corda, usando un vecchio resinato da 12 (tenuta 45 kn), che avevamo posizionato all'inizio degli anni 2000. Va detto che ci troviamo su porfido, roccia terribilmente stratificata e friabile. A una prima occhiata la resina era a posto e il chiodo ben infisso. La roccia ispirava però poca fiducia. Nel dubbio, ho collegato il chiodo ad un albero posto poco davanti, usando una multichain. Provando a strattonare di peso il chiodo, sembrava tutto a posto. Scende la prima persona, tutto a posto. Scende la seconda, le dico di fermarsi per scattare una foto, mi sposto in avanti di peso e... succede quello che non doveva capitare! Mi vedo superare da un paio di blocchi di roccia alti almeno un metro e mezzo, che per fortuna il mio amico riesce a schivare agilmente. Realizzo poi cosa è successo: si è sfilato il blocco di roccia sul quale c'era l'ancoraggio, tutta la roccia intorno è precipitata a valle e la multichain collegata all'albero ha tenuto il blocco di roccia, la corda di calata e noi due. Il collegamento ad un secondo punto è stato provvidenziale, se non l'avessi fatto oggi non sarei qui a scriverlo. Altre circostanze favorevoli hanno aiutato, la mia seconda longe attaccata sull'albero ha evitato di farmi penzolare troppo e la corda di calata bloccata ha fatto sì che non la perdessi di mano. Nelle foto vedete Pietro un attimo prima che la sosta si staccasse, il blocco di roccia appeso alla multichain, con ancora collegata tutta la linea di calata e la mia longe lunga, la multichain che sorregge tutto collegata all'albero, il chiodo resinato dopo che ho lasciato cadere il blocco frantumandolo, con ancora tutta le resinata attaccata. Ripeto: non è il chiodo che si è sfilato, ma è tutto il blocco di roccia ad essere venuto giù.
Ad ogni modo, per la calata non cambia praticamente nulla, in quanto si può tranquillamente scendere senza frazionarla, partendo dalla sosta all'inizio della calata.
Erwin
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erwink |
Inserito il - 13 aprile 2015 : 17:55:21 Abbiamo provveduto a posizionare i nuovi segnavia ProCanyon per individuare l'ingresso alto del Rio Eschio. Il primo segnavia si trova su un masso all'altezza del crocifisso in legno (quota circa 600 m). Da qui, una sequenza di segnavia (in parte su massi e in parte su tronchi conduce seguendo una direzione quasi retta alla prima catena resinata, dalla quale calarsi per entrare nella forra. Per non sbagliare, di fianco alla catena è stata messa anche la nuova targhetta ProCanyon. La portata dell'acqua in questi giorni è ottimale per percorrere la forra (circa 100-150 l/sec), almeno finché dura.
Erwin
Segnavia su masso:
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Segnavia su masso:
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Segnavia su albero:
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Il segnavia sul punto di calata per entrare in forra:
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La nuova targhetta ProCanyon:
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La nuova targhetta ProCanyon:
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erwink |
Inserito il - 07 agosto 2010 : 21:18:35 Complice il bel tempo e la compagnia di due amici (Marcello e Luca, al suo battesimo in forra) oggi abbiamo completato il Procanyon nel Rio Eschio. Tutte le calate sono resinate, gli attacchi per i mancorrenti necessari sono stati posizionati, il sentiero è abbastanza segnato, ecc. Nell'apposita sezione del sito www.canyoning.it si trovano tutte le indicazioni, la planimeria per l'accesso e il profilo.
Ciao e buone forre Erwin
P.s.: la portata odierna era abbastanza sostenuta, a seguito delle piogge degli utlimi due giorni. Nonostante ciò, non vi è stato alcun problema nella progressione. Abbiamo comunque deciso di uscire all'altezza della Kröllturm, poiché nella parte inferiore il percorso si inforra e, in alcuni passaggi, la discesa si sarebbe complicata. |
erwink |
Inserito il - 08 luglio 2009 : 23:51:51 Come annunciato, la parte inferiore della forra (con partenza all'altezza della Kr?llturm) ? ora attrezzata Pro-Canyon. Date il tempo alla resina di far presa.
Ciao Erwin
Non penserete mica che abbiamo messo questi ancoraggi?
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erwink |
Inserito il - 05 luglio 2009 : 17:30:26 Complice una giornata afosa passata da single, ho provveduto a marcare con i segnavia bianco e blu Pro-Canyon l'accesso a monte della forra di Gargazzone. Per non inquinare visivamente e per non creare confusione tra i normali escursionisti, non ho ovviamente marcato il sentiero escursionistico gi? ottimamente segnalato con i classici segnavia bianco-rossi; analogamente, l'accesso intermedio ? raggiungibile in riva orografica sinistra seguendo le indicazioni per la Kr?llturm (la torre quadrata che si vede dal basso). Per raggiungere l'accesso a monte, quindi, dalla parte alta dell'abitato di Gargazzone seguire le indicazioni del sentiero per Verano; alla partenza dello stesso vi sono una serie di tabelle in legno con destinazioni e tempi di percorrenza. Purtroppo, la toponomastica ? riportata solo in tedesco, ma ? abbastanza evidente che V?ran equivale a Verano. Oltrepassato il Rio, grazie a un ponticello pedonale, risalire il sentiero per Verano sulla sponda orografica destra, sino a raggiungere il crocefisso a quota 560 m., in corrispondenza del quale si trovano due panchine con vista panoramica sulla Valle dell'Adige. Alle spalle di queste, vi ? un sasso con il segnavia Pro-Canyon che indica l'inizio delle tracce di sentiero per raggiungere la gola. Seguire quindi le tracce di sentiero, rimanendo pi? o meno in quota, in direzione del torrente. Dopo pochi minuti, bisogna superare un fronte franoso, con segnavia Pro-Canyon sia in entrata sia in uscita dallo stesso. Si continua verso la forra, seguendo una fascia rocciosa sulla sinistra che degrada verso il basso; nel punto pi? basso di questa, si risale sopra di essa per due-tre metri, in un passaggio molto facile e si prosegue quindi in leggera salita sino a raggiungere la cresta rocciosa sopra lo strapiombo. Se si sono seguite bene le indicazioni e i segnavia Pro-Canyon, si dovrebbe essere arrivati proprio in corrispondenza del chiodo da 12 mm resinato nella roccia. Questo punto si trova ad una quota di circa 590 m. Dal chiodo resinato, con due calate sulla parete rocciosa si raggiunge il torrente. Vista l'esposizione della parete, ? consigliato aspettare ad indossare la muta solo quando si ? nella forra, dove comunque vi ? spazio a sufficienza. Altrimenti, preparatevi ad una disidratazione precoce!
Buona forra Erwin
P.s.: in questi giorni stiamo attrezzando Pro-Canyon la parte inferiore della forra, quella che inizia in corrispondenza della Kr?llturm. Contiamo di finire questo tratto mercoled? 8. |
erwink |
Inserito il - 21 luglio 2008 : 11:19:10 Percorso ieri in esercitazione con il Cnsas. Portata pi? umana, ma sempre importante. D'altronde, sono mesi che quotidianamente ci sono temporali di notevole intensit?.
Una forra da non sottovalutare, da evitare assolutamente in casi di previsioni meteo tendenti al brutto, sia per l'aumento repentino della portata, sia per la forte possibilit? di caduta pietre (la forra si sviluppa nel porfido, una pietra durissima che ha l'antipatica tendenza di staccarsi con facilit?).
Ne abbiamo approffittato per rivedere la posizione degli ancoraggi, in vista del futuro riarmo procanyon. Devo dire che, effettivamente, tranne qualche piccola modifica gli armi sono nel punto giusto. Da migliorare i mancorrenti. Semmai, come dice saggiamente Skeno, se la portata ? eccessiva non ha senso avere doppi armi, ha pi? senso non entrare (o, se proprio, uscire dopo le prime calate).
Ciao Erwin |
marcommarco |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 15:29:55 Alessandro Marchi stava organizzando un corso in acque bianche... |
erwink |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 14:59:06 Citazione: Se poi Erwin ci dicesse in quali occasioni vengono impartite lezioni di progressione con alte portate mi far? un piacere, io non ne ho mai sentito parlare. Franz M
Bella domanda; alla quale per? non so rispondere. Sino a quando non riusciamo a fare un corso a tema, bisogna affidarsi alla buona volont? di chi ha esperienza, e andare nelle forre giuste nel giusto periodo.
Comunque, l'aver avvisato qualcuno fuori, mi dava la garanzia di un recupero, non di uscirne vivo La sicurezza mi ? venuta dall'aver fatto le cose a regola d'arte, applicando le tecniche migliori.
Ciao Erwin |
erwink |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 14:55:00 Citazione: Messaggio inserito da skeno69
Complimenti per la discesa, io per? a modificare gli armi ci penserei. Secondo me le forre vanno armate pensando a portate normali. Ciao Skeno
------------------------ www.cicarudeclan.com
E' vero, e infatti Gargazzone era stata armata con portate normali. Ma, almeno nei passaggi cruciali, un secondo armo in posizione sicura pu? essere prezioso.
Erwin |
franzmc |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 12:49:08 Citazione: Messaggio inserito da skeno69
Complimenti per la discesa, io per? a modificare gli armi ci penserei. Secondo me le forre vanno armate pensando a portate normali. Ciao Skeno
Potremmo discuterne in eterno, a me piace l'armo che permette sia di stare sotto il getto se la portata e' scarsa che quello che ti tiene fuori se diviene pericolosa, ovvio come sia impossibile per la stragrande maggioranza dei casi.
Con il giusto posizionamento dei deviatori forse si possono ottenere risultati accettabili.
Ogni forra ha la sua storia e le sue caratteristiche, con l'acqua che ne modifica enormemente le difficolt?, sta al buon senso di ognuno cercare il giusto equilibrio fra impegno, divertimento e pericolo.
Per quanto E&G potessero essere bravi ed attrezzati, la loro miglior garanzia di sicurezza risiede nell'aver comunicato a qualcuno dove fossero andati, in due non si possono portare quantit? di materiali ridondanti e anche il solo incastrarsi di una corda pu? trasformare una divertente discesa in qualcosa di meno simpatico.
Se poi Erwin ci dicesse in quali occasioni vengono impartite lezioni di progressione con alte portate mi far? un piacere, io non ne ho mai sentito parlare.
Franz M |
skeno69 |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 12:28:31 Complimenti per la discesa, io per? a modificare gli armi ci penserei. Secondo me le forre vanno armate pensando a portate normali. Ciao Skeno
------------------------ www.cicarudeclan.com |
erwink |
Inserito il - 05 maggio 2008 : 11:31:37 Sabato scorso, vista la bella giornata, Gabriella e io abbiamo deciso di scendere la parte bassa del Rio Eschio (Forra di Gargazzone). In realt?, volevamo andare a fare una ferrata, ma non eravamo ancora in piena forma, ragion per cui volevamo ripiegare su qualcosa di pi? tranquillo. Entrando dalla torre (indicazione sui cartelli: Kr?llturm - una torre quadrata del 1200), la discesa si riduce a 7 calate, la pi? alta da 30 metri.
Il sentiero d'entrata; alle spalle, la C60 con cuitermina la parte superiore:
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Va detto che quest'anno la stagione si ? spostata in avanti di un mese, a causa di un aprile alquanto piovoso. Ho stimato la portata in 200-250 l/sec; sono indubbiamente tanti, ma, come vedremo, non rendono impossibile percorrere la forra, a condizione di conoscerla bene e di sapere cosa c'? davanti.
la C60 della parte superiore:
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Sapendo che dopo la prima calata c'? una via di fuga, decidiamo quindi di entrare.
La prima calata:
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La prima calata, vista dall'alto, fa impressione; in realt?, si passa dietro il getto, con arrivo su un comodo appoggio di roccia. Poche bracciate e si ? fuori dalla pozza, che tra l'altro ? bassa (occhio: non ? tuffabile!)
Acqua bianca:
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Le calate sono tutte consecutive, non ci sono tempi morti per riposarsi. Subito dopo troviamo la seconda calata, in corrispondenza di una presa d'acqua: sulla destra si pu? abbandonare la forra. Un lungo cavo d'acciaio ci facilita il raggiungimento dell'ancoraggio (un resinato da 12).
Il lungo mancorrente fisso sopra la presa d'acqua:
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La posizione per? non ci piace, perch? con la portata odierna si finirebbe proprio in mezzo al getto. Mi ricordo che pochi metri pi? in l? ci dovrebbero essere dei fix, che avevamo messo durante un'esercitazione Cnsas. Ci va bene: uno ha ancora la piastrina, l'altro ? spoglio; ripristiniamo il doppio armo con il nostro materiale di scorta. E, una volta sceso, sono contento di avere spostato la linea di calata.
La seconda calata, meglio evitare ilgetto:
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Volendo, prima della terza calata, si riesce a risalire una scarpata e raggiungere un sentiero come seconda via di fuga: ricordatevelo se ne avrete bisogno.
La terza calata ? la pi? impegnativa: l'armo, una catena appesa piuttosto in alto, si trova al termine di un canale di circa tre metri, normalmente percorribile senza problemi facendosi assicurare. La portata attuale impedir? sicuramente di stare in piedi, e non vi ? altra possibilit? per scendere.
Il punto cruciale, il canale che porta all'ancoraggio:
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Gabriella mi fa sicura, ho piena fiducia in lei (e ci mancherebbe!). Arrivato a mezzo metro dal termine del canale, il getto mi fa perdere l'equilibrio, come prevedevo. E' come stare in una lavatrice; Mi tiro sulla corda e riesco ad alzarmi e ad allongiarmi all'armo. Il peggio ? passato. Tendo il mancorrente necessario a Gabriella per raggiungermi.
La discesa ? completamente fuori dall'acqua; ma, arrivati in acqua, si presenta un altro problema: la corrente riporta sotto la cascata, e per vincerla bisogna nuotare con forza; potevamo usare un'ancora galleggiante, ma la traiettoria ci avrebbe portati subito sulla cascata successiva.
Terza calata, si vede la pozza turbolenta e la calata consecutiva, con armo sulla destra:
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Amen, a nuoto raggiungo la morta sulla parte opposta della pozza e, tirando la corda che mi sono portato dietro, aiuto Gabriella a raggiungermi. Risaliamo il roccione sovrastante l'armo, per cercare un punto migliore dove scendere. per fortuna che anche qua c'? un fix da 10 con una piastrina e un anello, messo durante un corso del 2004. Da questo punto evitiamo un arrivo problematico. Ancora due calate e siamo fuori.
Peccato che l'armo successivo, sopra un saltino di tre metri, sia impraticabile: l'arrivo ? in una vasca con troppa acqua e riflusso, incastrata tra la roccia e con lo sfioro sopra un salto (so per certo che sotto ci sono dei massi e la pozza non ? tuffabile). Abbiamo tempo, non fa freddo, e decidiamo di attrezzarci un nuovo armo. Gabriella si pone dietro un masso e mi assicura, mentre io mi metto a smartellare nel porfido (durissimo!!!). Pianto un fix a mano, ma con grande rabbia mi accorgo che, quando lo stringo, gira a vuoto. Pazienza, metto uno spit e scendiamo. Un'ora persa a smartellare, ma ne ? valsa la pena. Vista da sotto, la pozza evitata ci avrebbe creato non pochi problemi.
La penultima calata ha un partenza arretrata e la linea di discesa lambisce il getto; la pozza di ricezione non ? per? fonda.
Penultima calata:
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Scendo per primo e predisponiamo una teleferica, tensionandola con il mio corpo (meno male che Gabriella non pesa )
Teleferica:
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Gabriella mi raggiunge
Ancora un saltino e siamo fuori. Pronti per fermarci nella solita Weinstube a Terlano, per un panino allo speck e cetrioli e una birra.
Un paio di considerazioni: si sa che la portata modifica notevolmente la difficolt? di una forra. Se non conoscessi bene il Rio Eschio, non sarei sceso; sicuramente, con questa portata, non avrei mai fatto la parte alta (l'ho fatta anni fa, e siamo usciti stremati alla torre).
E' per? fondamentale essere padroni delle tecniche di acqua bianca (o mossa, o viva, come preferite). E saper leggere la corrente, per capire dove si pu? passare.
L'unico passaggio veramente difficoltoso ? stato raggiungere l'armo della terza calata. Con calma, sar? da cercare un punto migliore dove scendere, a costo di attrezzare un lungo mancorrente. In questo caso, sapevo per? che dovevo solo riuscire a rialzarmi quando il getto mi avrebbe fatto cadere.
Nella calate problematiche, lo zaino non era mai addosso a noi, ma ? stato calato lungo la corda. Questo ? stato fondamentale in diversi passaggi. Uno zaino sulle spalle avrebbe rischiato di farci bloccare sotto l'acqua.
Ringrazio anche la nostra previdenza: avere dietro il sacco d'armo e un po' di corda da taglio (pur scendendo una forra potenzialmente armata bene) ci ha consentito di spostare le linee di calata in punti pi? sicuri. Anche una scorta di piastrine e di dadi serve, visto che spesso ci sono sul posto i fix usati dal soccorso alpino e speleologico.
E non bisogna avere paura di perdere un'ora per attrezzare una calata di tre metri, se questo serve a scendere in totale sicurezza.
Insomma, alla fine, pur con lo stress della situazione, il rombo costante della corrente nelle orecchie, non ? mai calata la concentrazione e abbiamo sempre applicato le tecniche che insegniamo ai corsi, per non abbassare mai la soglia di sicurezza.
Lasciatemi concludere ringraziando Gabriella, ottima compagna di discese, che mi ha sopportato e che mi ha dimostrato di riuscire a tenermi saldamente in pugno
Ciao Erwin |
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