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 Forre nel parco delle dolomiti bellunesi
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michele
Torrentista Seriale



132 Messaggi

Inserito il - 22 dicembre 2023 : 09:15:58  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di michele Invia a michele un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I Parchi lavorano così: prendono porzioni di territorio e ne interdicono la frequentazione o l'utilizzo a fini economici o ludici, concedendo qualcosa a questa o quella "corporazione" che risulta più presente sul territorio (pescatori, boscaioli, guide alpine, pastori, albergatori ...). Più sono i divieti più l'area è "protetta".
La corporazione dei torrentisti appassionati delle dolomiti bellunesi non è, evidentemente, presente o forte abbastanza da ottenere qualcosa dai Signori del Parco. Allo stesso modo, la corporazione degli alpinisti/escursionisti del centro Italia non è abbastanza forte da ottenere qualcosa dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che ha vietato qualunque attività escursionistica o alpinistica fuori dai sentieri "del Parco".

Il problema IMHO non può essere risolto attraverso i rapporti di forza tra i Parchi e le "corporazioni" degli appassionati, ed è sbagliato provare ad aggirare l'ostacolo facendo entrare in gioco gli operatori del turismo "alternativo", ossia portando la questione sul piano economico, perché per sua natura la tutela del territorio deve mettere in secondo piano gli aspetti economici.

Il problema è culturale, di principio, legislativo. Attiene ai diritti dell'individuo e al significato che oggi deve avere la tutela della Natura in un ambiente antropizzato come l'Italia. Se non si porta su questo piano secondo me la partita è persa in partenza. Se si riconosce ad un'autorità il diritto di interdire aree, proibire attività, autorizzare le stesse in via esclusiva a questa o quella corporazione SENZA l'onere di dimostrare scientificamente la necessità del divieto al fine della tutela di quella porzione di territorio, senza la possibilità per il cittadino di impugnare tali provvedimenti in sede giudiziaria ... questa è la logica conclusione, l'inevitabile finale.

Michele
http://www.micheleangileri.com/canyoning
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franzmc
Moderatore



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico


1517 Messaggi

Inserito il - 23 dicembre 2023 : 09:18:58  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Concordo, però in realtà nella Repubblica il cittadino può tentare in via amministrativa di far valere un diritto negato, il problema è sostenerne la spesa, gli avvocati costano.
La via migliore sarebbe farlo associandosi e ripartire gli oneri fra i molti interessati ma pare che a parte i soliti lamenti poco si muova.
Già diversi anni fa la corte costituzionale ha sentenziato che fra i molti ambiti tutelati dalla legge, non ne può esistere uno che prevalga assolutamente su tutti, la tutela del territorio è uno di questi e può esistere solo in armonia con gli altri, ad esempio il diritto del cittadino a fruire ( rispettandole ) le bellezze del territorio.
Obbligare gli enti a motivare una restrizione sarebbe sacrosanto ma non risolutivo, di motivazioni se ne possono trovare a milioni.
Il parco delle dolomiti bellunesi per propria stessa ammissione non ha idea di quali e quanti danni possa causare il passaggio in forra del torrentista, il divieto venne posto a suo tempo in via del tutto precauzionale, un po' come dire che siccome i maschi sono dotati di organi genitali maschili, sono tutti potenziali stupratori.



Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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michele
Torrentista Seriale



132 Messaggi

Inserito il - 23 dicembre 2023 : 10:33:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di michele Invia a michele un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
franzmc ha scritto:

Concordo, però in realtà nella Repubblica il cittadino può tentare in via amministrativa di far valere un diritto negato, il problema è sostenerne la spesa, gli avvocati costano.
La via migliore sarebbe farlo associandosi e ripartire gli oneri fra i molti interessati ma pare che a parte i soliti lamenti poco si muova.


Qualcuno dovrebbe provarci, ma non credo che il quadro normativo attuale dia molte chanche a questo tipo di iniziative. Il diritto più che negato è non riconosciuto. Per capirci, pensiamo al diritto di ingresso nei terreni privati, riconosciuto per fini venatori, non riconosciuto per fini escursionistici: cacciare dove mi pare si, passeggiare dove mi pare no, e questo impatta anche sulla fruizione dei canyon, che di per sé sono demanio pubblico ma in molti casi si sviluppano all'interno di (o confinano con) proprietà private che bisogna necessariamente attraversare.

Manca nel nostro quadro normativo il riconoscimento di un diritto al contatto con la Natura "selvaggia", manca la consapevolezza del beneficio che le diverse attività escursionistiche apportano all'individuo e quindi alla società (che è fatta di individui). Chi pratica queste attività, soprattutto le più "pericolose", viene visto come un cazzerellone, uno che gioca. E siccome la protezione della Natura è una cosa seria, è facile per le autorità preposte concludere che gioco e Natura sono incompatibili.

franzmc ha scritto:

Obbligare gli enti a motivare una restrizione sarebbe sacrosanto ma non risolutivo, di motivazioni se ne possono trovare a milioni.
Il parco delle dolomiti bellunesi per propria stessa ammissione non ha idea di quali e quanti danni possa causare il passaggio in forra del torrentista


E nessuno in tutti questi anni è riuscito a fargli capire che i torrentisti non possono fare alcun danno a un luogo che sopravvive a periodiche, apocalittiche onde di piena ...
Così come nessuno riesce a far capire al PNALM che in inverno sulle pareti del Monte Meta non ci sono esseri viventi che possano essere disturbati (men che mai danneggiati) dal passaggio degli alpinisti.



Michele
http://www.micheleangileri.com/canyoning
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