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franzmc
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Inserito il - 17 luglio 2006 : 16:08:13
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Ieri, domenica 16 luglio io e Paolo Giannelli ci siamo aggregati all'infaticabile trapanatore Francesco Cacace che insieme a Paolo di Lecco ci ha coinvolti in una quasi esplorazione.
La grande pissa, alta ad occhio circa 80 mt, si puo' osservare dal paese di Termine di Cadore lungo la statale di alemagna circa 3 km a nord di Longarone. L'avevemo gia' notata da anni, maestosa e bellissima attrae magneticamente lo sguardo di chi scende o sale lungo il piave, il suo getto sfocia da un budello roccioso lungo 15 metri, scivola prima appoggiato per circa 30 e strapiomba per gli ultimi 50, disperso dal vento in una pioggia che si polverizza alla sua base.
Stracarichi come muli ( almeno io ) dopo 2 ore di marcia nel bosco siamo entrati nell'alveo, erano presenti vecchissimi armi artigianali, pi? che altro spit o inidentificabili fix industriali con cordini apparentemente dell'altro secolo.
L'indiscusso leader FC ha trapanato e attrezzato con materiale inox di prima qualit? tutte le 15 o 16 calate che, in una ininterrotta serie di salti verticali,conducono al greto del piave. Al momento la forra e' perfettamente percorribile senza necessita' di aggiunta alcuna. Siamo giunti alle 15 al vertice dell' ultima calata che FC ha velocemente attrezzato con 2 fix inox con anello. Sono sceso per primo su singola constatando che: lo scivolo iniziale e' lungo circa 15 mt con una inclinazione subito sostenuta, oltre i 75/80 gradi, nei successivi 30 mt la parete cala in verticale, grazie a 3/4 cengette ? ancora possibile appoggiarsi e riposare (soprattutto le braccia), poi diviene strapiombante e si cala nel vuoto per 50 mt, l'acqua scompare polverizzata dal vento, ci si allontana dalle rocce per andare a depositasi sugli sfasciumi aguzzi e scivolosi della base finalmente raggiunta. Sono 95 metri esatti. Circa 10 mt sotto la fine dello scivolo in una nicchia e' ancora visibile un vecchio armo su spit e cordino, se rifatto permetterebbe di scendere con corde da 70, lungo tutta la parte esterna e appoggiata sono presenti sassi e massi, pericolanti e pericolosi non vanno stuzzicati. Dopo di me e' sceso Paolo in doppia che ha litigato con qualche attorcigliamento della corda e perso un po' di tempo in parete, a seguire Paolo di Lecco e Francesco C. hanno optato per la discesa in singola, a mio avviso piu' semplice ed efficace.
Lascio agli amici che mi hanno accompagnato la descizione tecnica di questa nuova bella forra che gli amanti delle grandi verticali non potranno non apprezzare; spero che descrivano anche le loro personali sensazioni, le mie mi hanno ricondotto allla discesa del 115 mt finale della forra del peschio, sul gran sasso, dove 5 anni fa, una discesa da brivido con partenza nel vuoto sazi? per qualche tempo la voglia di emozioni forti. Un sentito grazie alla squadra e grandi complimenti a Francesco Cacace che ha di tasca sua affrontato e sostenuto il costo degli armi.
Francesco Michelacci
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Modificato da - franzmc in Data 28 giugno 2007 00:11:18
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franzmc
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Inserito il - 18 luglio 2006 : 12:19:54
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Aggiungo due foto fatte nel 2005 nello stesso periodo. Transitavamo lungo l'alemagna e non abbiamo potuto resistere dal fermarci ad ammirarla, la stima dell'altezza allora fu assolutamente esatta, 80 metri dopo lo scivolo iniziale di cui non si pot? valutare la profondit?.
FM
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pablog
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Inserito il - 20 luglio 2006 : 01:19:57
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La discesa di questa bella forra, poco acquatica (neanche un tuffo) ma molto verticale, e' stata estremamente emozionante. Andare in quasi esplorazione e' sempre eccitante: sapevamo il dislivello e la lunghezza e ci apettavamo delle calate alte (almeno una ;-)) e si sapeva che qualcuno l'aveva gia' scesa anni addietro, ma oltre questo niente altro. Quindi domenica mattina alle 8 si era gia sul posto a organizzare il materiale: tra cui 2 corde da 100 metri. Dopo le solite 2 ore di salita carichi come muli (ma possibile che nel bellunese le forre abbiano tutte 2 ore di avvicinamento?) siamo giunti al greto del torrente.
La progressione, nonostante le operazioni di trapanatura, e' stata fluida e veloce grazie a Francesco Cacace e al suo trapano. Comunque la grossa emozione e' stata raggiungere la sommita' della calata finale, dove un buon aiuto sono state le radio per decidere se frazionare o meno la discesa.
Per primo si e' calato Francesco Michelacci che via radio ci ha descritto il percorso, appurato che la corda da 100 era suffiente e' stata lanciata anche la corda di recupero per verificare che fosse proprio una 100 (non era stata mai usata). Decidiamo che il resto del gruppo scende in doppia: parto io e gia' dai primi metri capisco che 2 corde da 100 metri bagnate e che in parte sono sotto il getto dell'acqua pesano... orco se pesano.
Sul greto del fiume intravedo Franz e altre persone, turisti e locali che si rinfrescano al fiume, guardo sotto di me e vedo che 10 metri sotto comincia la parte strapiombante. Mi fermo su una piccola cengia a riposare le braccia e guardo ancora giu: vedo che le corde si sono annodate! Sotto di me c'e' quello che a prima vista e' un nodo. Dico due o tre robacce (io volevo scendere in singola) e mi appresto a effettuare la manovra di superamento di un nodo. Le due corde erano state entrambe bloccate in cima e cosi' posiziono la maniglia su quella di recupero e mi isso sul pedale aggancio la longe, poi sollevo le corde sotto di me per vedere di sbrogliare il groviglio e scendo fino a mettermi in tiro sulla maniglia e mi accorgo di aver usato la longe lunga per appendermi...
Senza dilungare troppo il racconto tra le mie manovre e quelle fatte sotto per agevolarmi nello scavallare le corde vedo che possso ripartire, ma non risco ne a sganciare la longe che' e' troppo in alto e tantomeno a recuperare la maniglia. Quindi decido di tagliare la mia vecchia longe e proseguire.
Queste manovre, provate in palestra, eseguite alla fine di una giornata, stanchi, con uno zaino sulle spalle, bagnati e con 70 metri di corda sotto sono un po' piu' complicate di quello che ci si possa immaginare.
Giunto a terra, bene o male, comunico a Francesco e Paolo che prima di scendere hanno una maniglia e mezza longe da recuperare. A questo punto decidono di scendere in singola.
Comunque la giornata e' stata memorabile e di grande soddisfazione.
Saluti a tutti e ci vediamo al raduno Paolo Giannelli
Dalla sommita' di una bella 55 metri.
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La 55 vista da sotto.
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L'unico tratto pianeggiante.
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Francesco Cacace e il suo trapano.
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In prossimita' della calata finale
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La vista dalla calata finale
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La calata da 95 metri.
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Il tratto iniziale della 95 metri, poco prima della parte strapiombante.
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Come le corde si erano annodate prima della mia discesa.
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erwink
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Inserito il - 20 luglio 2006 : 10:53:40
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Citazione: Messaggio inserito da gioffri
non ci si poteva pi? semplicemente bloccare, recuperare la corda di sx per fare in modo di farla uscire dall'anello che si era creato su quella di dx e scendere?
Ciao. Gianfranco.
Come ha detto Paolo, mi sa che recuperare una corda bagnata, sospesi nel vuoto, con lo zaino e la stanchezza sulle spalle, possa essere meno semplice di quello che si pensi. Complimentoni comunque per la vostra discesa e per le bellissime foto. Ciao Erwin |
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franzmc
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Inserito il - 20 luglio 2006 : 17:13:28
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Fortunatamente Paolo e' riuscito da solo a trarsi d'impaccio; mentre da sotto lo guardavo, con l'aiuto di un giovane moldavo abbiamo tolto cinque giri di attorcigliamento alle corde, questo mi ha fatto pensare che in ogni caso, se proprio si sceglie di usare la doppia su di una calata piuttosto alta, convenga far si' che le corde non arrivino a toccare il suolo, in questo modo magari sfogano la torsione senza attorcigliarsi.
La seconda considerazione ? che (a meno di usarla debrayable) per quanto ad alcuni la doppia fornisca un sostegno psicologico e forse anche materiale dovuto al minor scorrimento soprattutto iniziale, in caso di blocco o di una qualsiasi rogna, il malcapitato rimane appeso e deve trarsi d'impaccio con i suoi mezzi; puo' essere soccorso in tempi brevi solo se qualcuno dall'alto si cala a dargli una mano. L'altezza in questione rendeva estremamente difficile un qualsiasi intervento, ma in singola sbloccabile si sarebbe comunque potuto calarlo con l'altra corda da 100 a disposizione.
La partenza non era nel vuoto e i due rimasti a monte avrebbero avuto sia la possibilita' che la capacita' di eseguire un'intervento efficace.
Dir? un 'ovviet?, per quanto sia importante conoscere bene le manovre, ordinarie e non, anche a costo di perdere inizialmente piu' tempo o sacrificare del materiale si deve sempre attuare una progressione che riduca il piu' possibile il rischio di impicci e inconvenienti. Ad esempio posizionare una protezione per la corda o installare un deviatore.
FM
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
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Inserito il - 21 luglio 2006 : 01:06:21
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Spesso la doppia si usa per preservare le corde quando non vi sono rischi legati all'acqua e non si conoscono molto bene i compagni di discesa...
Puo' darsi, ma non mi pare funzionale agli scopi di cui parli.
1) Per quanto abbia un'escursione elastica minore, in doppia uno sfregamento significativo insiste sempre sullo stesso tratto di corda ed' e' quindi piu' soggetto ad eventuali lesioni di una singola che venga fatta scorrere anche di poco.
2) In calate alte la doppia affatica maggiormente all'inizio ed e' piu' scorrevole vesro la fine rispetto al vertaco, in ragione di cio' avvicinandosi al suolo lo sfortunato con le braccia anchilosate correra' maggiormente il rischio di schiantarsi a terra.
3) Dopo un rapido consulto, i nostri due ultimi amici hanno scelto di scelto di scendere in singola.
FM |
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dino
Torrentista Neofita
3 Messaggi |
Inserito il - 22 luglio 2006 : 11:08:39
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credo che su calate alte cos? le corde devono necessariamente essere buttate gi? una per volta, questo per evitare sti attorcigliamenti strani ed ? importante raccoglierle bene prima di lanciarle. Per scendere senza attorcigliarle bisogna avere l'accortezza di farle passare nel discensore senza accavallamenti gi? dall'inizio, e se sotto se ne sono formati perch? non si ? riusciti a lanciarle bene ? meglio fermarsi facendo un asola di bloccaggio sul discensore per sistemarle...se si vuole poi non perdere tempo dopo per il recupero...o non recuperarle affatto......il primo potrebbe anche pensare scendendo di tenersi un kit in vita. ciao |
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pablog
Amministratore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Ravenna
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790 Messaggi |
Inserito il - 22 luglio 2006 : 16:21:00
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Citazione: Messaggio inserito da gioffri
Citazione: Messaggio inserito da franzmc
Spesso la doppia si usa per preservare le corde quando non vi sono rischi legati all'acqua e non si conoscono molto bene i compagni di discesa...
Puo' darsi, ma non mi pare funzionale agli scopi di cui parli.
1) Per quanto abbia un'escursione elastica minore, in doppia uno sfregamento significativo insiste sempre sullo stesso tratto di corda ed' e' quindi piu' soggetto ad eventuali lesioni di una singola che venga fatta scorrere anche di poco.
2) In calate alte la doppia affatica maggiormente all'inizio ed e' piu' scorrevole vesro la fine rispetto al vertaco, in ragione di cio' avvicinandosi al suolo lo sfortunato con le braccia anchilosate correra' maggiormente il rischio di schiantarsi a terra.
3) Dopo un rapido consulto, i nostri due ultimi amici hanno scelto di scelto di scendere in singola.
FM
1) la doppia puoi farla scorrere tranquillamente nel discesore prima da una parte e poi dall'altra mentre scendi, tenendo una corda per mano, evitando sfregamenti e anche rischi di attorcigliamento perch? tieni le corde separate
2) puoi montare il discensore come vuoi ma mi sa che la doppia non ? mai troppo veloce, forse all'inizio si f? solo un p? fatica con corde lunghe
3) certo, con le loro corde e con la certezza delle loro capacit?...
Ciao. Gianfranco
1) Il primo e' sceso in singola e probabilmente doveva portarsi giu' la corda di recupero appesa all'imbrago e non dovevamo lanciarla dopo che Franz era giunto alla base, l'attorcigliamento e' avvenuto dopo il lancio... Non so dire come.
2) Ti garantisco che verso la fine era abbastanza veloce. Probabilmente perche' le due corde erano entrambe nuove e al loro primo utilizzo in forra: quella da 100 (9,9 mm della Kordas) e' mia e devo dire che si e' comportata egregiamente si allunga pochissimo; l'altra e' di Paolo (non ricordo la marca 10 mm) molto piu' elastica.
3) Nessuno a messo in dubbio le capacita' dei due (anzi saperli sopra mi era di molto conforto).
Comunque e' stata un'esperienza positiva per me, spero di non tagliare altre longe ;-).
Ringrazio tutti dei consigli che scaturiscono sempre da queste discussioni.
Ciao Paolo Giannelli
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seba
Moderatore
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Prov.: Udine
Cittā: udine
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Inserito il - 24 luglio 2006 : 10:19:11
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..mi ? successo un'attorcigliamento simile ieri sul Rio Simon su calata da 30 mt., dopo aver fatto la manovra dell'ultimo lanciavo il kit bul? al compagno sotto che attendeva per il recupero la corda di recupero eccedeva di circa un paio di mt per cui il mio compagno la teneva, per quanto possibile, lontana da quella di discesa. La formazione del nodo ? avvenuta a causa delle sollecitazioni della corda di discesa che tende a "saltare" durante la calata esssendo i due capi abbastanza vicini si ? formata l'asola , a circa un paio di mt dal capo della corda, che poi ? risalita per altri 5/6 mt , probabilmente a causa dell'attorcigliamento dovuto all'otto durante la discesa. Facendo una chiave di bloccaggio ho risolto il prblm agevolmente... Indubbiamente se fossi sceso fino a 3/4 della calata per poi lanciare il kit nn si sarebbe creato il nodo
byez seba |
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paolc
Torrentista Neofita
7 Messaggi |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
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1517 Messaggi |
Inserito il - 13 aprile 2007 : 15:10:02
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Rumors telefonici riportano la discesa di un gruppo da 6 esperti che il lunedi' di pasqua ha fatto la val della pissa. Causa una corda rovinata l'uscita pare sia stata piu' lunga del previsto, tuttavia gli armi sono ancora in loco e del tutto a posto. A tal proposito riporto che il giorno prima, passando da Termine di cadore, ho notato la cascata finale che "pompava" ad occhio un centinaio di l/sec.
Poco pi? avanti all'uscita della val Tovanella se ne vedevano circa il doppio.
Francesco Michelacci |
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Jvan
Torrentista Loquace
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Inserito il - 13 aprile 2007 : 16:22:20
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Meglio dire 6 comuni torrentisti,che esperti, e con il pranzo di Pasqua ancora nella pancia... Incuriositi dalla relazione del buon Francesco,e da un spraluogo fatto poche settimane prima, abbiamo deciso di percorrerla al lunedi di Pasqua.Un'ora e mezza di bellissimo avvicinamento ed in quattro sopra all'ultimo salto.... Non di certo una forretta semplice semplice,vista anche la portata d'acqua che abbiamo trovato (scusate ma di numeri al secondo non mi intendo propio tanto) ;merita attenzione dall'inizio alla fine. Le calate non sono mai lineari ma meritano tutte un'accurata gestione degli sfregamenti. Cosa che a noi ? mancata sulla calata da 60mt circa a met? percorso. Lesionata la corda da 120 che avevamo per la calata finale. Consapevoli dopo aver letto la relazione che non presentava vie di fuga,abbiamo proseguito fino al salto finale dove ci siamo "dilettati" a trovare un sistema per raggiungere terra con le corde che ci restavano. Risolto il tutto, con una calata in corda doppia da 95mt (il salto finale), giuntanto le corde che ci restavano su una "piazzola" sulla sx orografica propio appena sopra a dove comincia il vuoto. L'intera calata ci ha portato via diverse ore, e gli ultimi del "Branco" hanno toccato terra a buio inoltrato. Inconvenienti che purtroppo a volte succedono e ti fanno pensare. Per la bellezza dell'intero percorso, penso alcuni armi meriterebbero di essere messi pi? in sicurezza ed alcuni di essere aggiunti. Saluti Jvan |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Cittā: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 13 aprile 2007 : 21:52:57
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Forse siete stati sfortunati, non rammento, (ma all'epoca lo scorrimento era esiguo) che alcuna calata presentasse sfregamenti degni di particolare attenzione. In una si discusse se posizionare un deviatore o meno, in un'altra proteggemmo lo scalino inziale con un sacco; certo e' che con le manovre di corda non si pu? mai sapere, fai tutto bene e...zac, la sfortuna ci mette lo zampino e ti frega. Non ricordo piazzole nella posizione che indichi, piuttosto qualche scomoda cengia scivolosa con i bordi spioventi, che fra l'altro si trovano pi? in basso, dagli 80 ai 50 metri dal suolo. Lo strapiombo vero e proprio inizia circa a 50 mt, 45 sotto la partenza. Avete armato ex novo o trovato qualcosa di precedente? Qualche metro sotto la fine dello scivolo iniziale c'e' una vecchia sosta su doppio spit e cordino, mi auguro che non abbiate dovuto servirvene, non pareva solida.
Francesco Michelacci |
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Jvan
Torrentista Loquace
50 Messaggi |
Inserito il - 14 aprile 2007 : 07:57:13
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Ciao Francesco, le tue considerazioni sulle manovre di corda sono alquanto corrette.Purtroppo il fatto di aver lesionato la corda riconduce ad un "nostro" errore, senza ombra di dubbio...Sar? troppo meticoloso o prudente, comunque diverse calate non seguono la perpendicolare dell'armo, ed in questi casi preferisco sempre gestire gli sfregamenti, anche se la corda si appoggia su roccia levigata...Comunque sono scelte.Fatto st? che il danno ? stato fatto e sull'ultima calata abbiamo un po' "tribolato". Siamo scesi fino alla vecchia sosta 10-15 metri sotto,con cordino e doppio spit, quella che ti auguri di non dover mai utilizzare,solo per capire e guardarsi attorno.Poi siamo scesi sempre sulla sx sull'orlo dello strapiombo, su una cengia tutto sommato comoda, dove in sicurezza abbiamo passato la giunzione delle corde. Non nascondo che al senno di poi, molte cose potevano essere fatte in altre maniere....ma era veramente tardi e buio. "Avventura" che andr? a far bagaglio. Ciao Jvan |
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franzmc
Moderatore
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1517 Messaggi |
Inserito il - 16 aprile 2007 : 12:39:14
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E' sempre cosi', ma l'importante ? uscirne sani. Mi spieghi come, pur debrajando o comunque attenuando lo sfregamento, si sia lesionata la corda? Ci siete andati sabato scorso?
Francesco Michelacci |
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paolo_b
Torrentista Introverso
Regione: Veneto
Prov.: Venezia
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21 Messaggi |
Inserito il - 16 febbraio 2009 : 09:22:01
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Ecco come si presentava ieri la 95. Notevole il confronto con le ultime foto di Franz.
Paolo
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franzmc
Moderatore
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1517 Messaggi |
Inserito il - 16 febbraio 2009 : 10:02:43
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Notevole indubbiamente, invece della solita bellissima goulotte, un grande accumulo di neve alla base e un bel getto d'acqua ancora libero di scorrere piuttosto che intubato nel ghiaccio. Parrebbe che le temperature siano leggermente superiori alle medie di stagione.
Franz M |
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Nicola
Torrentista Introverso
Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Cittā: Milano
21 Messaggi |
Inserito il - 05 marzo 2009 : 17:49:53
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su youtube, guardate cosa succede Termine di Cadore 2 " caduta della slavina della Pissa "
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marcommarco
Torrentista Grafomane
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Bologna
Cittā: Bologna
981 Messaggi |
Inserito il - 05 marzo 2009 : 21:35:51
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NOOOOOOOO!!!! PAUROSO!!!! una quantit? di roba allucinante!! ma dove stava tutta quella neve?? non oso immaginare l'interno della forra...mi sa che gli armi messi nel 2006 sono da rifare |
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pablog
Amministratore
Regione: Emilia Romagna
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790 Messaggi |
Inserito il - 06 marzo 2009 : 09:24:57
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Veramente impressionante!
Penso alla fatica di quel giorno di luglio per portarsi dietro tutta la roba per armare la forra!
link su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=3HgKPRkCGf0
Pablo |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
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Cittā: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 06 marzo 2009 : 13:31:30
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Stupenda! Uno spettacolo meraviglioso. Una volta consolidato l'accumulo potrebbe permettere di salire ad armare comodamente un rele' a meta' calata o piu'( in alto ). Non credo che gli armi possano aver patito piu' di tanto, e' acciaio, sono le pietre a piallarli, non neve e ghiaccio, ma non si sa mai...
Franz M |
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