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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pizmao Inserito il - 25 giugno 2010 : 00:23:43
A me farebbe piacere che qualcuno di noi partecipasse, sono 15 minuti....

Università di Genova il giorno 13 Luglio ore ???

Corso Europa 26 nel quartiere di San Martino che è il polo universitario scientifico.
Il dipartimento si chiama Dipteris al 3° piano aula C 301.
Uscita del casello : Genova est.

Laureanda: Laura Grassi

Titolo : VALUTAZIONE DEL DISTURBO ANTROPICO DEL CANYONING TRAMITE I.B.E IN ALCUNI TORRENTI DELLE ALPI LIGURI

IN SINTESI..

Il progetto è frutto del tirocinio estivo presso l’Ente Parco Regionale delle Alpi Liguri e illustra i punti essenziali che hanno caratterizzato la valutazione della qualità dell’acqua tramite l’applicazione I.B.E. (Indice Biotico Esteso) di alcuni torrenti ivi presenti al fine di stimare l’impatto antropico dell’attività sportiva del canyoning. I corsi d’acqua oggetto di studio sono : il rio Santa Lucia nell’entroterra imperiese, il rio Barbaira e il fiume Roia nell’entroterra di Ventimiglia e il torrente Argentina nell’entroterra sanremese. E’ stata svolta anche un’analisi del rio Collardente, affluente del torrente Argentina, poichè soggetto a inquinamento derivante da immissione di reflui non depurati. L’attività progettuale ha da una parte dimostrato l’importanza della valutazione di questo probabile alterazione ambientale in un’area ad elevata biodiversità come quella delle Alpi Liguri, ma ha di contro evidenziato la necessità di disporre di altri parametri e metodi di analisi. Questi esami, che dovranno essere affiancati all’analisi I.B.E e di cui è stato stilato un breve elenco, potrebbero contribuire al raggiungimento di un quadro più esauriente della situazione. .

Dai risultati I.B.E. non si è in grado di affermare con certezza l’esistenza di una relazione fra canyoning e qualità dell’acqua, e tanti interrogativi relativi al potenziale impatto di questa attività sull’ecosistema fluviale sono ancora aperti.

Ciao
Mauro

7   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
franzmc Inserito il - 28 giugno 2010 : 12:24:00
pizmao ha scritto:

Bell'uomo di Franz,


"Caro Mauro, innanzitutto ti ricordo che io non ho mai fumato, ne' in forra ne' fuori"

Al di la che non capisco la motivazione di questa affermazione ma ho dei seri dubbi

Un bacio ovunque tu voglia
Mauro

p.s. se mi parlate ancora di piene, al raduno bastono prima il pelato friulano e poi il ciuffetto romagnolo





Rileggendoi il tuo post precedente



Franz, al di la di ciò che pensi, per come la vedo io, è sbagliato il concetto! Da quello che scrivi capisco che posso buttare per terra un mozzicone di sigaretta perchè tanto cosa vuoi che sia paragonato agli scarichi di un industria chimica.



comprenderai.


Io invece ho ben compreso il senso delle tue affermazioni e non credo che, salvo forre a bassissima energia, la cosa abbia un effetto rilevabile.

Il pelato ( proprio come te) e' romagnolo.
Lo Yeti invece furlano.

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
seba Inserito il - 28 giugno 2010 : 08:40:24
pizmao ha scritto:
....al raduno bastono prima il pelato friulano ......



..brutta cosa..l'invidia
ciao bell'uomo!!!!!!!!!!!!

byez Seba
Coord. regionale FVG
sebastiano.broili@canyoning.it
pizmao Inserito il - 28 giugno 2010 : 00:32:19
Bell'uomo di Franz,
che la sporcizia creata dall'uomo e sparpagliata in torrente inquini penso sia palese, quello che cerco da anni di scoprire è cosa succede nel torrente dopo il nostro passaggio, cosa smuoviamo, se rompiamo un microclima spoecifico (per insetti, salamandre e via dicendo). Mi scrivi della microquantità di gomma delle five ten...non ci siamo su quello che voglio dire!!

Lo studio di Laura non si riferisce all'inquinamento "materiale" (lattine di birra, plastica, colle da scarpe, gomma....) ma (cito cosa c'è scritto sopra) ".........al fine di stimare l’impatto antropico dell’attività sportiva del canyoning......".
Spero di essermi fatto capire.

"Caro Mauro, innanzitutto ti ricordo che io non ho mai fumato, ne' in forra ne' fuori"

Al di la che non capisco la motivazione di questa affermazione ma ho dei seri dubbi

Un bacio ovunque tu voglia
Mauro

p.s. se mi parlate ancora di piene, al raduno bastono prima il pelato friulano e poi il ciuffetto romagnolo

franzmc Inserito il - 25 giugno 2010 : 23:34:06
pizmao ha scritto:

Franz, al di la di ciò che pensi, per come la vedo io, è sbagliato il concetto! Da quello che scrivi capisco che posso buttare per terra un mozzicone di sigaretta perchè tanto cosa vuoi che sia paragonato agli scarichi di un industria chimica.
Laura ha condotto uno studio su ciò che può fare il nostro sport nei torrenti essendo una biologa-torrentista. Spero che sia il primo di una lunga lista ma fino a quando, esperti del settore (come Laura), non "certificano" il nostro basso impatto sull'ambiente, l'AIC, i soci e i torrentisti di tutte le razze non dovrebbero porsi al di sopra di tutto solo perchè non si sa nulla o ipotizzando teorie discutibili.
L'AIC si stà muovendo per studiare qual'è l'impatto che abbiamo sull'ambiente, una volta che si saprà qualcosa (di "certifiato") ci muoveremo di conseguenza, nella speranza di sapere che il nostro passaggio abbia un bassissimo impatto su tutto)....sperem

Mauro




Caro Mauro, innanzitutto ti ricordo che io non ho mai fumato, ne' in forra ne' fuori.
Bisogna che ti spieghi meglio, cosa c'e' di sbagliato nel mio ragionamento che in parte viene riassunto anche da Seba nel post successivo?
Per quanto interessante conoscere i dati nel dettaglio, nei torrenti che piacciono a noi, quelli veri, dove l'acqua e le pietre hanno scavato e scavano meandri pennellati da madre natura, ben difficilmente il passaggio di un torrentista educato, uno che non semina immondizia ma si limita a transitare, puo' lasciar traccia apprezzabile.
Se poi nello stesso alveo accade come ad esempio nel Simon o Questis, che la quantita' dei dertiti sia tale da livellare addirittura una o piu' calate, ti lascio immaginare cosa possa essere della microquantita' di gomma che le pessime incollature di 5.10 inevitabilmente semineranno.

E quali sarebbero le teorie discutibili?
Discutibili in base a quale ragionamento?

Cio' detto, proprio perche' non mi pongo certamente sopra nessuno, ben vengano le ricerche e gli studi, la speranza e' che possano essere utili.



Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
seba Inserito il - 25 giugno 2010 : 14:55:40
impatto di questa attività sull’ecosistema fluviale sono ancora aperti.
Ritengo che un passaggio di torrentisti nn eccessivo ,come nelle zone molto frequentate in particolare dai commerciali ,abbia un impatto molto basso a confronto di quello che può creare una piena
Una prassi da parte mia è cercare di camminare/calpestare il meno possibile le pozze con acqua stagnante dove c'è un grosso brullicare di vita.

byez Seba
Coord. regionale FVG
sebastiano.broili@canyoning.it
pizmao Inserito il - 25 giugno 2010 : 09:10:04
Franz, al di la di ciò che pensi, per come la vedo io, è sbagliato il concetto! Da quello che scrivi capisco che posso buttare per terra un mozzicone di sigaretta perchè tanto cosa vuoi che sia paragonato agli scarichi di un industria chimica.
Laura ha condotto uno studio su ciò che può fare il nostro sport nei torrenti essendo una biologa-torrentista. Spero che sia il primo di una lunga lista ma fino a quando, esperti del settore (come Laura), non "certificano" il nostro basso impatto sull'ambiente, l'AIC, i soci e i torrentisti di tutte le razze non dovrebbero porsi al di sopra di tutto solo perchè non si sa nulla o ipotizzando teorie discutibili.
L'AIC si stà muovendo per studiare qual'è l'impatto che abbiamo sull'ambiente, una volta che si saprà qualcosa (di "certifiato") ci muoveremo di conseguenza, nella speranza di sapere che il nostro passaggio abbia un bassissimo impatto su tutto)....sperem

Mauro
franzmc Inserito il - 25 giugno 2010 : 02:42:11
Mi sembra un po' come la pubblicita' dell'acqua povera di sodio.
"Bevimi, sono povera di sodio, ti permetto di evitare l'assunzione di 10 milligrammi...."
Poco importa se durante la giornata, attraverso i vari alimenti che comunemente utilizziamo,
di sodio ne assumiamo centinaia di volte tanto.

Per quanto l'impatto antropico sia tutt'altro che trascurabile in ecosistemi fragili e delicati,
il cosiddetto " progresso " in tutte le sue forme, dalle fogne che scaricano liberamente, alle prese d'acqua, opere idrauliche di vario genere, smaltimento indiscriminato di rifiuti, ecc, ecc, ha gia'impattato molto di piu' di quanto generazioni di torrentisti( civili), possano fare.

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.

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