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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Pascal Inserito il - 27 settembre 2008 : 23:05:55
Ha senso tenere ?segreta? una forra ?
Forse si, forse no. A voi la possibilit? di decidere.

Ci sono tantissime discese in Italia di cui non si sa nulla, o di cui i primi scopritori non hanno ritenuto di fornire informazioni. Certo con il tempo saranno gradualmente riscoperte ma, come ancora succede, non si sapr? chi le ha percorse. Questo pu? avvenire forse per mancanza di interesse da parte loro o per qualche forma di gelosia locale, molto diffusa nelle valli pi? appartate, le stesse valli che proclamano a voce alta la loro voglia di turismo eco-compatibile che per? inconsciamente non sono veramente aperti a questo. Eppure questi luoghi sono tra i pi? belli, dal punto di vista panoramico, estetico. A volte facili e a volte molto difficili possono dare grandi soddisfazioni, pari a quelle dell?alpinismo.
Anche nell?alpinismo abbiamo percorsi semplici adatti a tutti ed altri di difficolt? estrema, estrema nei gradi ma anche nella difficolt? a trovare i punti di assicurazione.
Ognuno di noi, in base alla propria preparazione, deve trovare i percorsi per soddisfare la propria voglia di evasione.
La tendenza attuale, molto difficile da contrastare, ? quella di maggiore sicurezza, maggiori regole; si vorrebbe tutto sotto controllo anche nelle attivit? outdoor che invece per definizione non possono essere esenti da pericoli naturali di vario tipo.
Nell?alpinismo, in generale, si sta trovando un equilibrio tra i percorsi attrezzati secondo regole standard, ed altri poco o nulla attrezzati dove gli alpinisti devono ?arrangiarsi?. Questo ?arrangiarsi? riassume tutto ci? che riguarda: l?esperienza, la capacit? tecnica, la conoscenza dei materiali, l?allenamento, la capacit? di anticipazione, la conoscenza delle variabili ambientali.
Oggi noi, per quanto riguarda il torrentismo, stiamo seguendo troppo pedissequamente l?esempio d?oltralpe: Francia e Spagna. Siamo ancora in tempo a fermarci.
Io stesso ho contribuito a posare ancoraggi nei torrenti, e alcune critiche che ho ricevuto sono in buona parte giuste. Non dobbiamo attrezzare tutto secondo le norme. Deve restare spazio per percorsi ?Wilderness? dove bisogna saper risolvere le difficolt? dei passaggi arrampicando, tuffando o usando ancoraggi naturali ove possibile. Fare questo tipo di discese ? fonte di grande soddisfazione, fare questo ci gratifica molto di pi? che non una semplice discesa ?standard?. Non dobbiamo solo essere tutti dei tecnici mancorrentisti, resinatori/trapanatori, con tutti i gadget attaccati addosso. Certo una fase di apprendimento ? indispensabile e quindi i percorsi ben attrezzati sono necessari e possono soddisfare la maggioranza di noi per tutta la vita, bisogna per? anche lasciare spazio a chi vuole fare qualcosa di pi?; in queste discese ci si trova lungo un percorso che in buona parte ? nelle condizioni naturali, dove ogni passaggio va studiato e superato con la giusta tecnica: ancoraggio umano per verificare i tuffi, ancoraggi naturali, arrampicata, chiodi (sicuri) solo dove veramente indispensabile.
Il concetto di Wilderness che c?? in America qui da noi sta scomparendo. In Val di Mello, ma anche in altri angoli delle Alpi si sta riuscendo a salvaguardare molte pareti e percorsi di arrampicata dalla chiodatura ?standard/sicura? tutto ci? con successo ed apprezzamento. Questa filosofia deve per? essere accettata da tutti, non basta che si dica: non chiodate la ?mia? via o il ?mio? torrente. Vie di roccia e torrenti sono un patrimonio di tutti e quindi sono tutti a dovere esprimersi sulla validit? di questa scelta e condividerla.
In America quando scendi un canyon lo trovi quasi nelle condizioni in cui lo hanno trovato i primi esploratori: i chiodi sono un ago nel pagliaio, bisogna arrampicare molto in discesa, si usano ancoraggi autocostruiti con fettucce o cliff. Una discesa del genere se ti dicono che dura 6 ore, sono 6 ore vere in cui devi riscoprire ogni passaggio e capire come risolverlo. Avendo anche foto e descrizioni, il tempo di percorrenza non cambia ma anche la soddisfazione alla fine ? molto pi? grande e profonda.

Qualcuno dice che sono impazzito perch? non svelo le mie prime discese?(una sola!)
In Val Bares ho impiegato quasi 2 anni per convincermi ad invitare amici e clienti senza essere sicuro che fosse un percorso interessante. Oggi un altro torrente che ritengo meraviglioso si ? presentato. Cosa devo fare ?

Questa nuova discesa ? stata effettuata questa estate da me, in parte da solo e in parte con Gabriela. Per ora si trova in condizioni di attrezzamento minimali, diciamo appunto da ?Wilderness?. Averla percorsa con queste tecniche mi ha dato un profonda soddisfazione e mi piacerebbe che altri potessero provarla in ugual modo. Preciso che 7/8 cascate all?inizio erano gi? attrezzate da ignoti ed anche due alla fine. Tenerla segreta non sarebbe servito a proteggere questo ambiente; un?altra riscoperta futura avrebbe quasi di sicuro portato alla posa di numerosi ancoraggi con il trapano, come sta succedendo in tanti altri percorsi che si stanno ripercorrendo in Veneto, Friuli, Piemonte, Val d?Aosta, ecc. Meglio sapere che esiste questa forra e che ? attrezzata in questo modo. Chiunque voglia andarci sa che ? possibile scenderla com?? attrezzata adesso, salvo nelle situazioni di emergenza; non ? necessario posare altri chiodi! Diventa importante valutare bene le proprie capacit?, la propria esperienza.
Percorsi simili esistono gi? da noi:
-la Val Cervia ha 2 ripetizioni, pochi chiodi indispensabili e serve capacit? di improvvisazione. Chi l?ha percorsa se lo ricorder? per tutta la vita!
-la Val Porcellizzo (Val Masino) ? un altro itinerario del genere: raramente avvicinabile per la grossa portata ? stato sceso con pochissimi chiodi.
-il Mello (Val Masino) ? stato percorso con il minimo possibile di chiodi e bisogna cercare il percorso arrampicando sul granito.
Altri torrenti sono ancora in queste condizioni e probabilmente resteranno cos? perch? considerati poco interessanti per il torrentista di oggi.

Oggi c?? la Val Ceffo (nome di fantasia!) per offrire una nuova possibilit? di avventura.
Per ora guadatevi le foto, a breve le informazioni pi? complete !

Esplorazione della Val Ceffo:
02/08/2008 P. van Duin, tratto Val Ceffo 4
21 e 22 Agosto 2008 P. van Duin e G. Monti per Val Ceffo 1+2 e 3+4.
Trovati attrezzati i primi 8 salti e gli ultimi due della valle.

http://www.valbodengo.com/ValBodengo/ValVielia/ValVielia.html



Saluti a tutti e buone forre,


Pascal
20   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
skeno69 Inserito il - 03 novembre 2008 : 16:13:02
A seguito di rimostranze e per evitare problemi al Presidente AIC che ? in definitiva il responsabile di ci? che si scrive qua, ho dovuto segare alcune parti un po' pi? "forti" in alcuni interventi di questo argomento.
Spero nella vostra comprensione e spero che eventuali proseguimenti della discussione siano "IN TOPIC".

Ciao
Skeno


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www.cicarudeclan.com
Pascal Inserito il - 03 ottobre 2008 : 21:40:38
Vedere relazione su canyon del Friuli



Pascal
erpirata Inserito il - 03 ottobre 2008 : 11:22:17
Citazione:
Messaggio inserito da franzmc
Parlavo sul serio ma devo ricredermi, e' stato un giudizio superficiale ed errato.
Per quanto molte delle vostre discese interessino canyon non certamente inforrati come l'avello,
la vostra attivita' e' notevole.


Apprezzo la tua onest? intellettuale.

Un'altro, al posto tuo, si sarebbe potuto arrampicare sugli specchi pur di giustificare la sua posizione iniziale, deformandola magari con giochini verbali e trucchetti retorici.

Tu non lo hai fatto. Te ne d? atto.

Con immutata stima,
erpirata
http://andreapucci.splinder.com
skeno69 Inserito il - 03 ottobre 2008 : 10:25:07
Io vorrei aggiungere alcune considerazioni sul tema wilderness - sicurezza - difficolt?.

Intanto sono d'accordo con Michele che una fettuccia non abbia meno impatto di uno spit.
Quanto alla wilderness due spit sono peggio di uno, ma quanto peggio? Inoltre penso che uno spit piazzato al riparo dalle piene resister? in loco per un sacco di anni e non costringer? i ripetitori a mitragliare la roccia ogni anno.
Poi penso che calarsi su uno spit o su due spit non modifichi in alcun modo la difficolt? della forra, ne modifica solo il rischio di incidente.

Diverso ? il discorso sulla difficolt? della calata se lo allarghiamo al posizionamento (armi pi? o meno arretrati, mancorrenti si o no). A qualcuno potr? sembrare pi? difficile una calata perch? non sa come installare il mancorrente ed avr? quindi difficolt? ad usare l'armo esposto, ad altri invece sembrer? difficile se l'armo ? arretrato e ti costringe a scendere in pieno flusso.
Questo solo per dire che le sfumature sono parecchie...

Io ho cominciato a fare torrentismo nel 1991 e fino alla fine dei '90 ho percorso un bel po' di forre in giro per l'Italia, tutte con armi che oggi definiremmo "speditivi" o da esplorazione. Beh, posso assicurare che sono rarissimi i casi in cui tornando nelle stesse forre a distanza di anni ho trovato pi? calate armate di quelle presenti in precedenza.

Per citare esempi che conosco perfettamente, il Lerca ed il Prialunga hanno esattamente le stesse calate ce avevano nel 1991-1993, mentre il Rio Secco ne ha una in pi? rispetto a quanto trovato al momento di trasformarlo in Pro Canyon.
Evidentemente i passaggi disarrampicabili su cui si potrebbe aprire la discussione "armo o non armo?", non sono poi moltissimi, anche perch? di gente che fa il 6a sul bagnato non ce n'? poi molta...

Diversissimo,ovviamente, il discorso nell'asciutto.

Ciao
Skeno






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www.cicarudeclan.com
michele Inserito il - 03 ottobre 2008 : 09:10:19
Il post di Pascal mette anche in relazione la difficolt? e la "selvaggezza" di una forra con la necessit? di disarrampicare o fare tuffi. Ovviamente tale "necessit?" viene meno se i passaggi sono armati. Dunque, conclude Pascal, meno chiodi = pi? difficolt? = pi? "selvaggezza".

Pascal (come tanti altri alpinisti) mette assieme i concetti di difficolt? e di rischio mentre invece sono due cose molto diverse tra loro. Una persona pu? essere benissimo in grado di superare in arrampicata slegata un certo passaggio ma non avere alcuna voglia di farlo. ? pur vero che la voglia di cimentarsi con un passaggio o un gesto sprotetto (quale ? un tuffo, un gesto in s? non proteggibile) aumenta all'aumentare della confidenza col gesto stesso (pi? disarrampico pi? sar? capace e portato a disarrampicare), ma tale confidenza riduce, si, il livello del rischio ma anche la sua percezione. Le due cose IMHO si compensano: il rischio complessivamente rimane.

Di fronte a una cengia esposta che si supera banalmente camminando, qualcuno passer? senza farsi problemi, qualcun altro (io) prender? il trapano e metter? qualche protezione.

Entriamo qui in una questione di natura strettamente personale, che attiene alla libert? di vivere il torrentismo (l'alpinismo) nel modo che ciascuno ritiene corretto. Chi vuole pi? "adrenalina" (parola dietro cui ipocritamente nascondiamo a noi stessi il piacere che viene dall'affrontare un pericolo, un rischio) salter? e disarrampicher? a piene mani, gli altri metteranno la corda e magari chioderanno.


Michele
http://www.micheleangileri.com/canyoning
michele Inserito il - 02 ottobre 2008 : 20:06:18
1) Ha ragione Maurizio: ? il livello di frequentazione di una forra a determinare la quantit? e la qualit? degli ancoraggi. ? un processo spontaneo.


2) Non condivido la "no bolts ethics". La forra ? un luogo dove periodicamente si scatenano forze in grado di fare piazza pulita non solo degli ancoraggi su fettuccia "annegata", ma anche degli spit. E allora mi chiedo quale sia la differenza in termini etici: che uno spit pu? durare 20 anni e una fettuccia 1 solo anno? Si tratta di tempi entrambi piuttosto brevi: la successiva generazione di torrentisti non troverebbe n? le fettucce n? gli spit, mentre la generazione attuale troverebbe 2 metri di fettuccia ed un anello al posto di uno spit ... IMHO lo spit ha meno impatto visivo, e inoltre ? pi? comodo da utilizzare, e dunque pi? sicuro.


3) Ritengo che Pascal stia sopravvalutando il rischio della "perdita di wilderness". In Italia abbiamo moltissime forre ancora da scoprire, numerose forre da riscoprire, e numerose forre note ma molto poco frequentate. In Italia centrale perfino forre molto note e frequentate come l'Avello sono armate in maniera appena sufficiente (in verit? ci manco da un po', forse oggi gli armi dell'Avello sono stati rifatti?). La mia impressione ? che ancora oggi il numero degli appassionati di torrentismo sia molto inferiore a quello che garantirebbe la frequentazione regolare della maggior parte delle forre. La scoperta di nuovi itinerari diluisce ulteriormente i torrentisti in aree via via pi? ampie. Di fronte a questo panorama in continuo ampliamento i torrentisti si concentrano verso quelle che hanno la fama di "forre pi? belle" o di "forre pi? difficili", ma anche cos? c'? il rischio della iper-frequentazione solo in un limitato numero di luoghi
IMHO il fattore pi? importante che genera la iper-frequentazione di una forra (forse l'unico fattore!) ? il torrentismo commerciale, quello dei gruppi guidati. Ma esso ? limitato a pochi itinerari.


Per ora la wilderness delle forre italiane ? a completa disposizione di chi la desideri veramente. IMHO lo sar? ancora a lungo.


Michele
Pascal Inserito il - 02 ottobre 2008 : 19:44:45
Secondo me Biondi ha centrato il discorso.

Avendo visto cosa ? successo in Lombardia ho pensato che questa evoluzione del torrenti sarebbe avvenuta ( e probabilmente sar? cos?) anche nel torrente che ho appena sceso. La mia idea non ? mai stata di tenerlo nascosto ma prima della diffusione completa dell?informazione ho voluto provare a proporre questa etica, l?ho vista applicare in USA e viene rispettata dalla grande maggioranza dei praticanti. Certo da loro il soccorso praticamente non c?? e se arriva ci? avviene raramente in tempi brevi, solo i satellitari possono comunicare e nella maggior parte delle zone, non ci sono strade e sentieri, come ad es. nei deserti dello Utah. Si scende molto pi? consci delle proprie capacit?, con grossi margini di autonomia fisica e tecnica.
Qui la Ns cultura va sempre pi? verso il tutto assistito, tutto previsto, tutto sicuro. Quando il soccorso arriva in 35 minuti invece che 30 si grida allo scandalo e gi? critiche a tutti.
Io non ritengo di aver il diritto e nemmeno la capacit? di decidere come chiodare il torrente in questione, solo un consenso o dissenso di tanti pu? influenzare i praticanti. Per l?arrampicata questo consenso a non chiodare tutto si ? trovato. La differenza sostanziale ? che di vie di arrampicata ce ne sono decine di migliaia mentre di torrenti solo qualche centinaio di cui i pi? gettonati sono poche decine. Per? nel torrentismo sembra che oggi non si tolleri tanto l?idea di andare in torrente con il minimo di armi mentre negli anni passati tutti lo facevano; ? anche vero che chi lo faceva aveva una preparazione speleo o alpinistica che oggi i nuovi torrentisti non hanno. Probabilmente si tratta di una involuzione tecnica che fra 5 o 10 anni si invertir?, allora tanti diranno: peccato che ora che ? tutto chiodato non c?? pi? spazio per l?avventura, per il fai da te degli armi, per l?emozione di un passaggio pi? impegnativo, ecc. Certo si pu? fare la discesa pi? impegnativa ignorando gli armi in posto, come i ceffi in molti casi, per? dal punto di vista psicologico l?impegno ? minore in quanto c?? sempre la sicurezza e comodit? del chiodo.



Pascal
franzmc Inserito il - 02 ottobre 2008 : 18:55:50
Citazione:
Messaggio inserito da erpirata

Citazione:
Messaggio inserito da franzmc
E gli Angileri e Pucci che si sobbarcano svaccate infami per andare a scendere colatoi appenninici dalle improbabili speranze canyonistiche?



Svaccate infami: ? vero.

Ma...colatoi appenninici dalle improbabili speranze canyonistiche?!

Franz,
stai scherzando o parli sul serio?

Bye bye ;)
erpirata
http://andreapucci.splinder.com



Parlavo sul serio ma devo ricredermi, e' stato un giudizio superficiale ed errato.
Per quanto molte delle vostre discese interessino canyon non certamente inforrati come l'avello,
la vostra attivita' e' notevole.

Franz M
erpirata Inserito il - 02 ottobre 2008 : 17:40:31
Citazione:
Messaggio inserito da franzmc
E gli Angileri e Pucci che si sobbarcano svaccate infami per andare a scendere colatoi appenninici dalle improbabili speranze canyonistiche?



Svaccate infami: ? vero.

Ma...colatoi appenninici dalle improbabili speranze canyonistiche?!

Franz,
stai scherzando o parli sul serio?

Bye bye ;)
erpirata
http://andreapucci.splinder.com
skeno69 Inserito il - 02 ottobre 2008 : 17:37:25
OT: In questo momento 10 utenti on line sullo stesso topic. Record!
franzmc Inserito il - 02 ottobre 2008 : 17:28:37
Citazione:
[i]Messaggio inserito da maverick

Mi permetto di dissentire su questo punto.
Non mi sembra ragionevolmente una tesi sostenibile.
E' ovvio che l'esploratore avr? un approccio "esplorativo" e che quindi chioder? il meno possibile, con molti naturali e via dicendo.
Ma se la forra ? bella e meritevole, inizieranno le ripetizioni, poi magari ci andr? qualche corso e poi ancora il CNSAS, visto che ? frequentata, penser? di farci un'esercitazione.
Come poter sperare che gli ancoraggi rimangano quelli dell'esploratore ?

No, io penso, invece, che a fare da discriminante sia proprio il livello di frequentazione di una forra a doverne determinare il tipo di chiodatura (e non il contrario).




Puo' darsi che la tua ipotesi sia senz'altro piu' realistica e conforme all'attuale reata' torrentistica;
tuttavia mi sarebbe piaciuto pensare ad un'etica piu' matura che sapesse accettare un punto di vista magari scomodo,
ma di maggior valore sportivo.


Citazione:
Messaggio inserito da maverick

l'esploratore che desidera che la sua "creatura" rimanga cos? come lui la ha discesa ha, come unica possibilita, quella di non dire nulla a nessuno. Solo in tal modo la frequentazione rimarr? bassissima e, di conseguenza, il processo di cui dicevo sopra non si innescher?.


Concordo dunque con questa tua ultima considerazione.

Franz M
skeno69 Inserito il - 02 ottobre 2008 : 15:58:25
Citazione:
Messaggio inserito da maverick

l'esploratore che desidera che la sua "creatura" rimanga cos? come lui la ha discesa ha, come unica possibilita, quella di non dire nulla a nessuno. Solo in tal modo la frequentazione rimarr? bassissima e, di conseguenza, il processo di cui dicevo sopra non si innescher?.

Certo che, tuttavia, non piace a nessuno il vedere tanto di foto e pubblicit? attorno alla scoperta senza poi potervi andare perch? non si sa sove ?. Io credo che il "non dire", se deve essere, debba essere integrale.



D'accordo su entrambe le affermazioni!

Ciao
Skeno


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skeno69 Inserito il - 02 ottobre 2008 : 15:56:53
Citazione:
Messaggio inserito da Pascal


Sul discorso dei segreti o supposti tali ? meglio lasciar perdere, perlomeno io ne ho parlato e discusso, dove sono tutti gli altri che per qualsiasi altra ragione hanno sceso torrenti in Italia senza dire niente ? sono sicuramente molto pi? bravi a tacere di me.



Su questo non ci sono dubbi!

Ciao
Skeno


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maverick Inserito il - 02 ottobre 2008 : 15:46:23
Citazione:
Messaggio inserito da franzmc
Un bel percorso merita sempre di essere conosciuto, merita rispetto da chi lo percorre.
Dobbiamo stabilire se farlo piu' o meno sportivamente ed in questo ritengo che il diritto a decidere spetti a chi lo apre.



Mi permetto di dissentire su questo punto.
Non mi sembra ragionevolmente una tesi sostenibile.
E' ovvio che l'esploratore avr? un approccio "esplorativo" e che quindi chioder? il meno possibile, con molti naturali e via dicendo.
Ma se la forra ? bella e meritevole, inizieranno le ripetizioni, poi magari ci andr? qualche corso e poi ancora il CNSAS, visto che ? frequentata, penser? di farci un'esercitazione.
Come poter sperare che gli ancoraggi rimangano quelli dell'esploratore ?

No, io penso, invece, che a fare da discriminante sia proprio il livello di frequentazione di una forra a doverne determinare il tipo di chiodatura (e non il contrario).
E se ? cos?, viene da se che, diffondendo l'informazione, si avvier? un processo inarrestabile di trasformazione della wilderness di quel posto. Detto processo continuer? inarrestabile, piaccia o no, e potr? auto-interrompersi solo per due possibili ragioni: o la forra non ? granch? o la forra ? particolarmente difficile. In entrambi i casi sar?, appunto, la bassa frequentazione a far si che gli ancoraggi, i sentieri d'accesso e quant'altro non evolvano verso un qualcosa che ? tipico di una fruizione collettiva.

E la wilderness, allora ? A costo di attirarmi le ire di tutti quelli (o quasi) che si sono espressi in questi giorni, non posso che dare ragione a Pascal: l'esploratore che desidera che la sua "creatura" rimanga cos? come lui la ha discesa ha, come unica possibilita, quella di non dire nulla a nessuno. Solo in tal modo la frequentazione rimarr? bassissima e, di conseguenza, il processo di cui dicevo sopra non si innescher?.

Certo che, tuttavia, non piace a nessuno il vedere tanto di foto e pubblicit? attorno alla scoperta senza poi potervi andare perch? non si sa sove ?. Io credo che il "non dire", se deve essere, debba essere integrale.

Ciao
Maurizio




seba Inserito il - 02 ottobre 2008 : 15:14:00
Tornando sul discorso wilderness (W) nulla in contrario anzi...
ma ritengo fondamentale che ci siano info in proposito, tenere nascosto quello che pu? essere patrimonio di tutta la comunit? torrentistica non mi sembra utile.

Posso capire che si voglia tenere nascoste +/- le info, in caso di esplorazioni in corso o progetti futuri ( vedi Rio Mulin FVG e corso Istruttori AIC), ma una volta esaurite queste necessit? ritengo utile e doveroso darne notizia o rendersi disponibili a darne notizie anche in forma privata, senza tenere il tutto sotto un alone di mistero.

Anche perch? questo tener nascosto nn aiuta certo le ripetizioni che potrebbero far apprezzare certi percorsi anche in condizioni di W., per chi ne ha le capacit?.

Per il discorso attrezzamento ? ovvio che nn si potr? impedire a nessuno di mettere qualche chiodo in pi? per aumentare la propria sicurezza nella progressione, anche perch? le capacit? e conoscenze delle tecniche +/- avanzate non sono patrimonio di tutti, se invece questi percorsi venissero sfruttati solo da torrentisti in grado di percorrerli in sicurezza anche con un semplice attrezzamento W tanto meglio

Porto l'esempio della Val Zemola che percorro abitualmente almeno due volte l'anno e dove regolarmente trovo, malgrado sia un PC, piastrine o altro applicate sui vecchi fix, in quanto questo tipo d'attrezzamento nn viene " capito" da tutti quelli che percorrono la forra con tecniche diverse dalle ns.

Per cui ben venga il W, ma se la forra diventa degna di numerosi ripetizioni e di interesse nazionale nn vedo quale possa essere il problema di andare ad atrezzarla , senza stavolgere eccessivamente il progetto iniziale, per renderla pi? sicura anche per persone che nn applicano determiante tecniche.

Se uno si facesse un giro in Slovenia si renderebbe conto che questo tipo di realt? gi? esiste, infatti parecchi percorsi anche sfruttati dai commerciali, per tipo di attrezzamento e ripetizioni potrebbero rientrare tranquillamente in situazioni di W., dove gli armi singoli da 8 e armi naturali molte spesso la fanno da padroni





byez Seba
Coord. regionale FVG
franzmc Inserito il - 02 ottobre 2008 : 14:31:41
Citazione:
Messaggio inserito da Pascal


Meglio tornare al discorso della wilderness anche se mi sembra che interesser? solo ad una minoranza di torrentisti.
Sul discorso dei segreti o supposti tali ? meglio lasciar perdere, perlomeno io ne ho parlato e discusso, dove sono tutti gli altri che per qualsiasi altra ragione hanno sceso torrenti in Italia senza dire niente ? sono sicuramente molto pi? bravi a tacere di me.

Pascal



Alcune esplorazioni non sono state ripetute, risalgono ad anni in cui la diffusione del web era ancora tutta da venire e non esisteva una comunita' torrentista a cui potesse interessare.
Il problema si pone oggi perche', almeno on line, il confronto fra gli interessati e la diffusione delle informazioni sono generalizzati e molto piu' accessibili.

Un bel percorso merita sempre di essere conosciuto, merita rispetto da chi lo percorre.
Dobbiamo stabilire se farlo piu' o meno sportivamente ed in questo ritengo che il diritto a decidere spetti a chi lo apre.

C'e' pero' un'altra considerazione di cui tener conto:

in un post in cui si parlava di chiodatura, MB in sostanza diceva " occhio, possiamo risparmiar chiodi fin che si puo', ma quando qualcuno non riece a cavarsi d'impiccio con quel che c'e', inevitabilmente dovra' chiodare, magari male e alla bell'e meglio.
Se poi qualcun altro si infortuna e arriva il cnsas i fix fioccheranno a mitraglia".

Dunque, riprendo Gioffri, (al secolo Gianfranco Gnecchi), "chi andra' a misurarsi con questo tipo di torrente dovra' sapere a cosa va incontro e prepararsi di conseguenza".
Inutile lamentarsi poi che l'armo sta su un irraggiungibile o quasi terrazzino espostissimo e che la partenza e' un pendolo da luna park.

Ma chi apre ed arma sportivamente dovra' in qualche modo lasciare uno spiraglio ai meno dotati di lui.

C'e' ancora da parlarne, cosa ne pensano quegli altri che armano molto, i procanyonizzatori?

E gli Angileri e Pucci che si sobbarcano svaccate infami per andare a scendere colatoi appenninici dalle improbabili speranze canyonistiche?

E Giuseppe Antonini detto Astigo, anche lui esploratore e grande conoscitore di forre?




Franz M
seba Inserito il - 02 ottobre 2008 : 12:15:26
sempre OT
bisognerebbe prima avere tra le mani le disposizioni di legge in merito ad accompagnamento commerciale e non e insegnamento per capire cosa , eventualmente, si possa fare...



byez Seba
Coord. regionale FVG
franzmc Inserito il - 02 ottobre 2008 : 12:09:06
Citazione:
Messaggio inserito da erwink

L'idea potrebbe essere buona (ma stiamo finendo OT), ma ci dimentichiamo sempre delle azioni intraprese dai collegi delle guide alpine nei confronti di chi accompagna persone in forra a scopo dietro pagamento (l'ultima in Val di Sole).

Erwin



vero e' OT.

Se sei una associazione e fornisci un servizio ai tuoi soci, dubito che, sia per la modesta dimensione del fenomeno che per la effettiva giurisprudenza, chicchessia ne possa aver da ridire.

Tutto qui.

Franz M
erwink Inserito il - 02 ottobre 2008 : 11:26:02
L'idea potrebbe essere buona (ma stiamo finendo OT), ma ci dimentichiamo sempre delle azioni intraprese dai collegi delle guide alpine nei confronti di chi accompagna persone in forra a scopo dietro pagamento (l'ultima in Val di Sole).

Erwin
franzmc Inserito il - 02 ottobre 2008 : 11:21:45
Citazione:
Messaggio inserito da skeno69


.......... e riguardava l'ormai annosa e reiterata discussione sul definire o meno un iter formativo per guide commerciali.
Cosa a cui io personalmente sono contrario per vari motivi (il disinteresse dei commerciali AIC stessi / la presenza in molte regioni di GA / la natura no profit dell'AIC) e cosa a cui invece altri in AIC sono/erano favorevoli.




Approfitto del post per sottolineare come la legge sulle organizzazioni no profit che prevede attivita' "senza fini di lucro",
significhi semplicemente che gli eventuali incassi devono essere reinvestiti completamente nell'attivita'statutaria.

Non farebbero schifo quattro soldi per finanziare tutti i nostri bellissimi progetti, procanyon, promozione dell'attivita', partecipazione a convegni, esplorazioni all'estero, test sui materiali, giornate di aggiornamento tecnico, un bel manuale di pregiata fattura, un bollettino trimestrale...

Continuo a pensare che per quanto fare sia molto piu' difficile che proporre, in questo abbiamo perduto una buona occasione di autofinanziarci e innescare una sinergia positiva.



Franz M

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