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skeno69
Moderatore



Regione: Liguria
Prov.: Genova
Città: Genova


2135 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 09:16:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di skeno69 Invia a skeno69 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/marche/2012/12/02/4-escursionisti-bloccati-forra-1-ferito_7892221.html

Qualcuno sa come è la situazione?

Ciao
Skeno

franzmc
Moderatore



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico


1517 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 11:45:18  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stavamo riarmando la forra di Trilla con catene resinate, a metà forra l'amico FV del gruppo speleo Urbino,
nello scendere lungo una calata verticale di 15 mt, a circa metà ha perduto il controllo della fune precipitando al suolo.
Subito apparso non sforrabile senza il soccorso, sono uscito ad allertare il 118 e poi tramite PG e sua cinghialità ex presidente Aic CV,
anche la snafor. I tempi: impatto alle 15, allarme alle 15.45, alle 16,15 arrivano i Vvff che peró non sono attrezzati, si portano in quota e tramite sentiero giungono circa all'altezza del luogo ma sui pendii a lato forra.
Alle 17 arriva il cnsas alpino che vista la situazione individua un sentiero e valuta non praticabile l'eventuale trasporto di una barella su pendii.
Alle 18.45 giungono 2 soccorritori snafor che con alcuni minimi presidi sanitari entrano verso le 19.15 e raggiungono il ferito in circa 30-35 minuti.
Alle 19.45 arriva la squadra snafor da terni con la barella da forra.
Alle 20.30 entreranno anche Pino Antonini con il medico.
Verso le 21 due soccorritori escono accompagnando i 4 infreddoliti custodi di FV.
All' 1.30 la barella e' a fine forra, presa in carico dalla ambulanza e avviata all'ospedale.
Ho scelto di uscire da solo e senza correre per lasciare sul posto tutte le risorse disponibili,
per quanto la cosa possa apparire non ottimale, al momento m'è parsa la scelta migliore.
Ripensandoci, nonostante il buon fine, dato il numero dei componenti del gruppo, sarebbe stato meglio uscire in due.

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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skeno69
Moderatore



Regione: Liguria
Prov.: Genova
Città: Genova


2135 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 12:40:58  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di skeno69 Invia a skeno69 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Meno male, vista l'ora e la stagione è andata benissimo.
Complimenti a VVFF e CNSAS, in tutte le ue componenti, per la celerità.
Ciao
Skeno
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noccio
Amministratore


Regione: Marche
Prov.: Pesaro-Urbino
Città: urbino


52 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 21:48:55  Mostra Profilo Invia a noccio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Complimenti a tutti per come avete saputo gestire la situazione.Nel complesso anche al nostro amico e' andata discretamente ,ginocchio e femore rotti , il primo operato verso le 5 del mattino , il secondo in mattinata.Come sappiamo le conseguenze potevano essere ben piu' gravi.Grazie a tutti quelli che hanno partecipato al recupero , veramente bravi.

Noccio CR Marche
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gio155
Torrentista Seriale



Regione: Lombardia
Prov.: Lecco
Città: brivio


242 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 22:32:25  Mostra Profilo Invia a gio155 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.pu24.it/2012/12/03/salvato-sul-nerone-sotto-neve-e-pioggia-le-foto/

Haloaa...



gio155
www.odisseanaturavventura.it
"la vita è troppo breve per bere del cattivo vino"
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erwink
Moderatore



Regione: Trentino - Alto Adige
Prov.: Bolzano
Città: Bolzano


440 Messaggi

Inserito il - 04 dicembre 2012 : 09:08:10  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di erwink Invia a erwink un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Scusate, ma non riesco a resistere dal chiedere alcuni chiarimenti, al di là del "per fortuna che tutto sommato è andata bene".

Dall'articolo si legge che nella squadra non c'era nemmeno un telo termico, non c'erano candele, e vi era una sola lampada frontale (su 5 torrentisti). Veramente?

Secondo le previsioni il tempo era previsto in peggioramento. Considerando che lo scopo della vostra uscita in forra era resinare i nuovi ancoraggi, quindi con tempi inevitabilmente più lunghi di una progressione sportiva, non pensate, con il senno di poi, che forse non avete scelto la giornata più idonea. E a che ora siete entrati in forra?

Un ultima domanda: l'anno scorso ci sono stati due incidenti per persone precipitate al suolo (anche se per cause diverse), adesso l'incidente occorso a Filippo. Siete riusciti a capire perché abbia perso il controllo della corda e abbia mollato la presa?

Non prendetela a male, ma da questi fatti si possono trarre importanti conclusioni per prevenirne altri.

Un grosso in bocca al lupo a Filippo per la sua guarigione!

Erwin

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franzmc
Moderatore



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico


1517 Messaggi

Inserito il - 04 dicembre 2012 : 10:24:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il comunicato del soccorso in effetti offre questa lettura, mi permetto peró alcuni distinguo.
1)avevano 2 pile.
2)la forra è relativamente breve, ha tempi accesso e una uscita praticamente nulli e offre numerose uscite intermedie.

Questo naturalmente nulla toglie alla oggettiva rappresentazione dell'accaduto, ovvero che ci siamo trovati a metà forra con un ferito.
La soluzione, freddo o meno, buio o meno, è stata uscire e allertare il soccorso.

Con Filippo sono rimaste 4 persone che lo hanno assistito.
Se le condizioni di temperatura fossero state più rigide, sarei rientrato,
I Vvff sopraggiunti alle 16.15 avevano tutti i presidi necessari ed in un'ora avrei potuto portarli.
Ho preferito non farlo per offrire di persona al cnsas tutte le informazioni necessarie.

Il tuo scrivere offre inoltre un'importante spunto di riflessione, ovvero quali attenzioni porre a presidio della discesa su corda.
È ovvio che la figura dell'esperto in qualche modo impone a un istruttore snc una certa attenzione alle capacità dei singoli componenti del gruppo, è quello che faccio sempre e da sempre, anche talvolta a rischio di beccarmi quel " fatti gli affari tuoi " di cui anche Nanni ricordava.
Domenica mattina ho valutato sia Filippo che gli altri componenti offrendo quel minimo spunto tecnico di cui puó necessitare lo speleologo che si trova ad usare il pirana. Erano tutti più che in grado di calarsi in autonomia e, sic...
fisicamente ben più performanti di me.
Ergo, o rinforziamo le nostre procedure con uno specifico brainstorming focalizzato ad tutela reciproca più energica e sostenuta di quanto non sia fino ad ora,
Oppure dovremo rassegnarci a che non sempre tutto possa filare liscio,
il calare su fune è uno dei punti critici della progressione, ma per quanto mi riguarda non si affronta senza una adeguata preparazione,
tuttavia, non avendo il sottoscritto potere alcuno che non sia quello di esprimere un parere, la cosa non puó che essere affrontata nell'ambito di un contesto più ampio.

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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jacopo92
Torrentista Loquace

Città: rimini


52 Messaggi

Inserito il - 04 dicembre 2012 : 14:58:55  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jacopo92 Invia a jacopo92 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ero l'altro romagnolo presente, insieme a Franz ed ai 4 componenti del GSU Urbino, e devo riconoscere che per una volta la ricostruzione fatta dalla stampa è sostanzialmente corretta.

Al momento della caduta ero sull'armo e Filippo è sceso per quarto,
la calata non era particolarmente impegnativa e non so spiegarmi come abbia potuto mollare la corda, anche perchè era appena uscito dalla mia visuale ...

Una volta uscito Franz a chiamare i soccorsi, siamo rimasti in 4 ed abbiamo assitito a turno l'infortunato per circa 5 ore, alternandoci a riscaldarlo 2 alla volta mentre gli altri 2 cercavano di riscaldare se' stessi in attesa del loro turno: ci stendevamo su di lui e lo tenevamo stretto a noi, cercando ovviamente di non andare a toccare le gambe, entrambe doloranti. Per me è stata molto dura, ma non tanto dal punto di vista fisico, anche se ci trovavamo in dei punti più inforrati ed a pochi metri di distanza dalla cascata per cui il freddo si avvertiva ancora di più, quanto dal punto di vista emotivo perchè, soprattutto quando lo abbracciavo, sentivo la sua sofferenza entrarmi dentro. Filippo è stato sempre lucido e, pur nel dolore atroce, non ha mai dato in escandescenza.

Condivido le argomentazioni di Franz (ma non per piaggeria, anzi con tutti i "cazziatoni" che mi dà continuamente ...) e devo dire che in oltre 100 forre percorse (ma forse sono anche 150), di cui il 90% con lui, le sue indicazioni sono state sempre preziose per evitare rogne ... ma è evidente che quando incontri persone nuove, con le quali condividi per la prima volta un'uscita torrentistica, non puoi chiedere loro un titolo che attesti la loro preparazione, dovendoti necessariamente fidare della loro parola ... oppure le eviti, ma così facendo il novero dei torrentisti difficilmente potrà ampliarsi... comunque il dibattito resta aperto...

Resta in me l'amara constatazione di un 2012 terribile, in cui ho assistito a due incidenti gravi a distanza di pochi mesi, dopo anni in cui tutto era filato liscio anche con percorrenze ben più impegnative.
Un 2012 in cui ho perso uno degli amici più cari, Nicola Tassoni, a cui va sempre il mio eterno abbraccio.

tmax
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noccio
Amministratore


Regione: Marche
Prov.: Pesaro-Urbino
Città: urbino


52 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 00:04:33  Mostra Profilo Invia a noccio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Qui potete trovare ulteriori chiarimenti

www.gsurbinospeleo.it
Noccio CR Marche
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Francesco Mercantini
Torrentista Neofita


Regione: Marche
Prov.: Pesaro-Urbino
Città: Urbino


5 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 09:30:43  Mostra Profilo Invia a Francesco Mercantini un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Incidente presso la Forra della Trilla del 2 Dicembre 2012.

Essendo una delle persone coinvolte nell'incidente mi urgono alcune precisazioni atte a fugare ogni dubbio o illazione su quanto accaduto domenica.
Eravamo in sei e stavamo affrontando l'ottavo salto da 15 metri. Eravamo già scesi in tre e Filippo era il quarto. Mentre scendeva ha perso aderenza con la parete viscida finendo in ginocchio contro di essa, nel tentativo di rimettersi perpendicolare al pendio è scivolato nuovamente e, anche a detta sua,non si sà come e non si sà perché gli è sfuggita la corda di mano rovinando alla base della parete sulle ginocchia da circa sei-otto metri. Nell'impatto su alcuni massi si è procurato una frattura scomposta del femore destro e danneggiato seriamente il ginocchio oltre ad una serie minore e collaterale di lesioni. Vi lascio immaginare il suo dolore e lo sgomento nostro nel vederlo in quello stato. A parte qualche secondo a bocca aperta abbiamo prontamente reagito per metterlo il prima possibile in posizione comoda e sicura. Francesco Michelacci è partito immediatamente ad allertare il Soccorso Alpino e Speleologico e Manlio Magnoni che lo stava giustamente per seguire è stato però da noi stoppato( e non da Michelacci come ha scritto lui sul forum AIC) perchè era , come poi dimostrato dai fatti che seguono, più utile sul ferito. A quel punto ,dopo un' ispezione corporea atta ad escludere lesioni vertebrali,ci siamo subito occupati di approntare un rialzo per isolarlo dall'acqua spostando ,io e Matteo,le uniche due lastre di pietra da più di cento chili l'una a ridosso di una parete laterale dove la roccia concedeva una nicchia dalla pioggia che ci tediava non poco.Messi due sacchi sotto di lui per isolarlo dalla fredda roccia lo abbiamo spostato con tutte le cure possibili su questo giaciglio di fortuna. A questo punto però ci mancava una cosa : il telo termico ! Si è vero nessuno di noi aveva in quella giornata ciò che aveva sempre dietro. Vi dico subito che abbiamo ovviato squarciando tutti i sacchi che avevamo supplendo forse anche meglio la funzionalità di quello che poi non è altro che un semplice foglio di cellophane dorato.Essendo in quattro poi, ci siamo mossi a turno come segue : uno di noi si stendeva accanto al ferito abbracciandolo per trasmettere il proprio calore coperti entrambi da tutti i sacchi squarciati uniti tra loro. Un'altro stava di spalle alla cascata d'acqua per ripararli dall' aria fredda sparata dall'acqua che cadeva e gli altri due cercavano di non congelare muovendosi a mo' di ballo della mattonella nei due soli punti restanti fuori dell'acqua.Dalle 14 e 45 circa (momento della caduta) alle 19 e 45 circa ( momento dell'arrivo dei primi due soccorritori) abbiamo ininterrottamente fatto questo evitando in tutti i modi, anche a ceffoni, che Filippo si addormentasse o che smettesse di muovere le braccia sù e giù per contribuire a scaldarsi.Abbiamo parlato di cose spesso anche stupide pur di distoglierlo dai dolori lancinanti che non hanno mai smesso di tediarlo.Abbiamo avuto paura ? Si, tanta. Confesso , e non sono il solo, di aver temuto più di una volta che non ce la facesse ma abbiamo lottato come i leoni affinchè ciò non accadesse. Se qualcuno deve essere considerato un grande, non siamo certo noi ma sicuramente Filippo che raramente ha perso la calma ed ha collaborato al massimo delle sue possibilità con noi sopportando alla grande lo sgomento della situazione e un dolore che neanche lontanamente noi possiamo immaginare. Quando Giacomo e sua moglie Paola (membri del soccorso alpino e speleologico) sono arrivati con un primo conforto, le cose sono decisamente migliorate permettendo di steccare le gambe e la schiena e di scaldare Filippo con teli chimici che si attivano a contatto dell'aria. Dopo altre due ore è arrivato il team con la barella che ha evacuato Filippo preceduto da noi. I giornali ci hanno fatto passare per un gruppo di sprovveduti alle prime armi.Ci hanno accusato negli articoli perfino di non avere con noi acqua da bere dimenticandosi di aver poi scritto alcune righe sopra che il regime idrico del torrente era rilevante.Potevamo bere acqua fino a scoppiare !!! Visto che comunque non dovevamo muoverci da lì,la luce delle due lampade che avevamo era più che sufficiente avendo un'autonomia di almeno 160 ore !!! Vero è che Filippo fosse alla sua prima forra, peraltro moto facile, ma nessuno ha scritto che è uno speleologo abituato all'altezza e all'uso di attrezzature e tecniche come quelle usate domenica. Noi peraltro in tre siamo istruttori :uno di torrentismo e due di speleologia e uno è aiuto istruttore di speleologia e vantiamo un'esperienza almeno decennale non solo di tecnica ma anche di come reagire in situazioni atipiche. E lo abbiamo dimostrato alla grande !!! Si perchè Filippo è stato salvato dal soccorso abituato ad agire di notte per parecchie volte all'anno e che ringraziamo infinitamente anche a nome di Filippo, ma noi cinque abbiamo fatto in modo di farglielo trovare vivo, stabile e non stretto nella morsa dell'ipotermia che dopo sette ore bagnato fradicio non è riuscita a pervadere lui ed anche noi che siamo usciti sulle nostre gambe nello stesso modo in cui siamo arrivati fin lì. Dispiace vedere giornali locali che non fanno neanche lo sforzo di chiedere agli interessati la loro versione dei fatti limitandosi ad un copia-incolla di articoli strampalati e pieni di grosse inesattezze che li fanno apparire più come dei giornalai che come giornalisti.
In conclusione desidero esprimere credo anche a nome degli altri compagni il nostro rammarico per quanto successo anche se non direttamente responsabili. Fare torrentismo è rischioso in ogni stagione e se lasci la corda ti fai male,c'è poco da fare. Vedere un amico ferito gravemente ti segna e tira fuori da te una forza che normalmente non pensi di avere. Ora Filippo è stato operato e già da subito reagisce egregiamente a ciò che gli è successo. Noi del gruppo gli siamo e gli staremo sempre vicini per fare in modo che guarisca nel migliore dei modi e torni un giorno a praticare con noi queste attività piene di soddisfazioni di cui andiamo fieri.
Buone forre a tutti..........
Francesco Mercantini GSU Urbino

Francesco Mercantini
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Nicola
Torrentista Introverso


Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Città: Milano


21 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 11:17:39  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nicola Invia a Nicola un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve a tutti,
e meno male che comunque le cose in questo caso sono andate bene.
Mi riferisco al punto di Erwin: cioè i tre che cadono, scivolano in un anno e le conseguenze di questi incidenti.
La mia esperienza è sicuramnte di molto inferiore a quella di tutti voi, però è un qualcosa che nasce da esplirazioni fine anni'80, inizio'90, senza cartine al seguito, e con lo spirito goliardico di aggregare sempre nuovi amici.
Poi ora qualche discesa qua e là con amici e conoscenti, tuti di estrazione diversa. proprio in queste discese, che sono saltuarie, mi accorgo di quanto per me, benchè capace, sia fonte di una certo rischio avere una sola corda con un buco sotto, un discensire che fila via veloce, a pure un armo esposto con in mezzo il mancorrente.
Sono capace di farli e li faccio, ma mi manca l'automatismo, perchè non ho la ripetizione frequente del gesto. In più manco uso anche le scarpe da montagna, che di grip ne hanno poco o zero.
So che non è esattamente ciò che dice la scuola snc, ma di fatto è così. In forra ci vanno persone di diversa esperienza, di diverso allenamento, e spesso di scarac comprensione dei pericoli oggettivi.
E allora una opportunità valutazione delle capacità e delle esperenze preliminare è necessaria, anche per capire come e dove andare e con che tecnica e strumenti (otto piranha) procedere.
se è vero che lìacqua èil prblema principale, è anche vero che sotto diciamo i 50-70 litri al secondo, il rischio reale di rimanere sottocascata è relativo o comunque, e lo si è visto è relativo rispetto alla scivolata e ala perdita di controllo troppo veloce (un qualcosa che per gli speleo non è peridolo, perchè il discensiore va in blocco, cioè il contrario di ciò che avviene danoi per esempio). E allora, ma è solo uno spunto, pur salvaguardando il rischio di rimanere a metà discesa, per cui usiamo pure la clata dall'alto, anche se può allungare un po', ma poi non di molto, non può essere utile, in gruppi eterogenei, quel delicato controllo dal basso (che non vale per il primo) per cui uno dal basso ha in mano la corda e può bloccare lui la discesa in caso di necessità. non capita mai, non sempre si può fare, ma forse evita alcuni incidenti.
E' vero che si va tutti autosufficienti in forra (ma sappiamo che poi non è così molte volte), ma è anche vero che poi il livello di autosufficienza, di abitudine all'utilizzo di corda veloci, di discensori diversi, di tecniche, è comunque molto diverso anche nell'autosufficienza.
Forse, non esiste una tecnica unica e sola, ma ne esistono diverse che la guida o il gruppol dovrebbe cercare d definire prima per diminuire il rischio medio complessivo in base a:
- quantità del'acqua;
- esperienza specifica dei singoli nell'uso di una determinata tecnica.

per minimizzare il rischio con persone meno esperte noi avevamo tre elementi di base:
- troppa acqua non si entra (ma lo abbiamo capito bene solo dopo un recupero del socorso alpino del 1993 dopo 30 ore di sosta)
- per i meno esperti sicura dal basso nelle calate (tanto acqua non molta)
- il primo e l'ultimo i più esperti, con l'ultimo dall'alto che nel caso interveniva con altra corda pronta
- abbondanza di corde nel caso...

Anche in montagna spesso gli incidenti vi sono per disattenzione nel fare le doppie, nella mancanza di nodi alla fine, nel discorso dell'autosufficienza a tutti i costi. se si è in due, tenere la corda dal basso, aiutare in una manovra, può salvare da incidenti irreparabili.

mi piacerebbe sentire il parere di voi più esperti in tal senso. ciao e grazie
nicola

voeri esentire il paere di voi più esperti

La doppia con poca acqua è di fatto più sempluce e più sicura per le scivolate




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Antonello
Torrentista Seriale



Regione: Sardegna
Prov.: Sassari
Città: Cala di Volpe - Arzachena


113 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 14:27:42  Mostra Profilo Invia a Antonello un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Nicola,scusa ma, dovresti rileggere il tuo post e mettere a posto alcune parole e la punteggiatura. In alcuni casi si perde il filo di ciò che vuoi dire.

Una cosa saggia per chi fa le forre acquatiche è: "meglio fratturato che annegato"... l'ultimo incidente ci dimostra che è così!!
Se poi vogliamo parlare di altre tecniche di discesa ma, sempre sicure, senza che nessuno tenga la corda da sotto; ebbene, allora se il problema è di corda singola, rispolveriamo la tecnica di "calata in corda doppia sbloccabile", non è una bestemmia, si può fare e si fa anche in ambito cnsas-forre!
Sicuramente questi incidenti ci portano a riflettere e, forse qualche corso in più con AIC bisogna pur farlo. Non so quanti condividono il mio post...parliamone!

Antonello Azara

Modificato da - Antonello in data 05 dicembre 2012 14:33:26
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franzmc
Moderatore



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico


1517 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 14:30:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nicola, le sfighe accadono anche per caso, ma spesso siamo noi a dar loro una mano, l'esempio classico e' la valanga, molto spesso distaccata da coloro i quali poi ne verranno travolti.
Assodato dunque che in montagna il pericolo e' oggettivo, sta nei nostri comportamenti far si' che possa restare sotto una soglia accettabile, cosa che in questo caso non e' accaduta.
Evidentemente Filippo, per quanto gia' esperto di calate su fune, non lo era abbastanza da riuscire ad affrontare quello che e' accaduto.
Che la causa possa essere una sola, o come spesso capita un'insieme di queste, penso ad esempio all'avere o meno i guanti, ad una scarpa da montagna piuttosto che specifica per il canyoning, alla corda nuova e dunque piu' scorrevole, nulla toglie o aggiunge al risultato, una persona si e' infortunata seriamente e questo non doveva accadere.
Eravamo andati a posizionare catene resinate, dunque a migliorare sensibilmente la sicurezza di un percorso molto semplice, certamente poco degno di particolari attenzioni in quanto interessato da portate scarse, poco inforramento e numerose vie di fuga, l'esito non doveva essere questo. Ne trarremo le dovute conclusioni e andremo a studiare quali presidi porre a riparo futuro di eventi simili.
Gia' ora si assicurano dal basso in taluni casi le persone meno abili o in difficolta', ma al di fuori di un corso o di un vero e proprio evento commerciale, a chi sta il decidere quanto e quando porre in essere una precauzione aggiuntiva che non fa assolutamente parte delle normali tecniche di progressione?

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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gio155
Torrentista Seriale



Regione: Lombardia
Prov.: Lecco
Città: brivio


242 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 14:49:03  Mostra Profilo Invia a gio155 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Inizio a pensare/sperare che il prossimo post sia....Siamo su scherzi a parte!

Scusate, ma leggere certe cose mi fa davvero rabbrividire!

Haloaa...

gio155
www.odisseanaturavventura.it
"la vita è troppo breve per bere del cattivo vino"
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franzmc
Moderatore



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico


1517 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 15:06:45  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Antonello ha scritto:


Una cosa saggia per chi fa le forre acquatiche è: "meglio fratturato che annegato"... l'ultimo incidente ci dimostra che è così!!
Se poi vogliamo parlare di altre tecniche di discesa ma, sempre sicure, senza che nessuno tenga la corda da sotto; ebbene, allora se il problema è di corda singola, rispolveriamo la tecnica di "calata in corda doppia sbloccabile", non è una bestemmia, si può fare e si fa anche in ambito cnsas-forre!
Sicuramente questi incidenti ci portano a riflettere e, forse qualche corso in più con AIC bisogna pur farlo. Non so quanti condividono il mio post...parliamone!

Antonello Azara


Ok, parliamone.

La cosiddetta doppia debrajabile non è funzionale ad una miglior sicurezza in calata nel senso che tu intendi, un miglior freno in singola si ottiene semplicemente utilizzando le numerose combinazioni che il pirana offre.

La doppia dbj serve ad arrivare in acqua liberi dalla fune e nel contempo a proteggerla da sfregamenti importanti non risolvibili altrimenti.

Meglio fratturati che annegati, è una affermazione limite, la realtà delle cose per quanto non semplice offre una quantita' di combinazioni ognuna delle quali, in base ad una situazione oggettiva, permette di individuare la migliore combinazione rischio-beneficio.

Sino ad ora, e il mio pensiero e' che questo sia un approccio corretto, le moderne tecniche di canyoning non prevedono nessun tipo di assicurazione individuale in calata, ritenendo questo pericoloso in presenza di acqua. In alpinismo cosi' non e', nelle doppie in montagna mi risulta esser prassi proteggersi con qualcosa dal pericolo del mollar la fune, nel lavoro in quota si usano discensori autobloccanti ed antipanico e, addirittura, una fune di sicurezza.

La situazione e' dunque complessa, va affrontata con ratio e giustamente ponderata, talvolta la cura risulta essere peggiore del male, mi spiacerebbe se questo accadesse nel nostro bellissimo sport.



Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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forzaparis
Amministratore



Regione: Sardegna
Prov.: Cagliari
Città: Cagliari


442 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 15:35:13  Mostra Profilo Invia a forzaparis un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nel torrentismo moderno esistono oramai numerose strategie per affrontare una calata, non è che ce ne sia una migliore di un altra; a seconda della situazione una particolare tecnica risulterà vincente rispetto alle altre. In ogni caso è importante applicare solamente le tecniche che si padroneggiano.
Purtroppo se una persona, per qualsiasi motivo, molla la corda si troverà inevitabilmente a cadere a prescindere dalla corda singola o doppia, sbloccabile o meno. L'unico rimedio sarebbe quello di fare sistematicamente sicura dal basso, cosa che spesso in torrente non è possible fare.

guidob
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Antonello
Torrentista Seriale



Regione: Sardegna
Prov.: Sassari
Città: Cala di Volpe - Arzachena


113 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 15:51:02  Mostra Profilo Invia a Antonello un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Franz, quoto assolutamente quanto asserisce Guido, ciò che invece ho scritto nel precedente post, sulla corda doppia sbloccabile, non voleva essere una lezione ma, una risposta a Nicola che, probabilmente gli da più sicurezza la doppia corda.
Per quanto riguarda la modulazione del pirana, può avere tutte le combinazioni che più ci piacciono ma, se si lascia la corda.....il gioco è fatto!! Il mio non voleva essere assolutamente un tono polemico o da professorino, è giusto che, visto che non ci si incontra quasi mai in torrente, per motivi geografici, ci si confronta sul sito.
P.s: non ho capito a chi si riferisce GIO!
Antonello Azara

Modificato da - Antonello in data 05 dicembre 2012 15:52:58
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gio155
Torrentista Seriale



Regione: Lombardia
Prov.: Lecco
Città: brivio


242 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2012 : 16:41:06  Mostra Profilo Invia a gio155 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Antonello, piacere di conoscerti, cercherò di essere brevissimo:
Mi riferivo a cose lette sull’accaduto e sulle successive considerazioni…

1- In forra nel mese di dicembre a resinare (quindi con tempi più lunghi) senza teli termici e con sole due frontali…che in sei persone è quasi come non averle! (ognuno dovrebbe avere la sua!)

2- L’infortunato è ripetutamente considerato esperto…perdonami, ma un esperto su corda l’ultima cosa che fa è proprio quella di lasciarla! (con tutto il rispetto per Filippo a cui faccio un grosso in bocca al lupo per una pronta e totale guarigione)

3- Il telo termico è definito “non è altro che un semplice foglio di cellophane dorato”… perdonami, ma non sapevo che anche i nostri sacchi avessero il potere di riflettere il calore!

4- Addirittura si parla di discensori speleo che, se si molla la corda, arrestano la discesa! Ti prego Nicola, dimmi che non sei uno speleo e che lo hai sentito al bar! “(un qualcosa che per gli speleo non è peridolo, perchè il discensiore va in blocco, cioè il contrario di ciò che avviene danoi per esempio).”

5- Poi infine arriviamo a questa tanto amata doppia debraiabile! Scusate l’ignoranza ma mio padre mi ha messo gli scarponcini che non avevo ancora compiuto i quattro anni e da allora, quindi da ventisette anni a questa parte, io sta benedetta doppia debraiabile non l’ho mai usata…e qualcosina penso di aver fatto.

La mia morale qual è?

Nel caso di questo incidente, senza cercare inutili scuse si poteva dire…”beh, abbiamo fatto una caxxxxa e per fortuna è andato tutto bene”….sbagliare possono sbagliare tutti e nessuno nasce “imparato”.
L’acqua nel torrentismo è l’unico vero problema, in una forra da 20/30lt non esiste quindi alcun pericolo. A volte credo si crei più confusione nel voler dimostrare di saper fare mille e duecento manovre, quando con una semplice doppia si porta a casa la pellaccia e ci si diverte!
Ovviamente tutto quanto scritto è mio personalissimo pensiero, che vuole solo essere costruttivo e non arrogante!

Haloaaa…


gio155
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franzmc
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Inserito il - 05 dicembre 2012 : 17:26:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di franzmc Invia a franzmc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gio155 ha scritto:



1- In forra nel mese di dicembre a resinare.....

2- L’infortunato è ripetutamente considerato esperto…....
gio155
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Nessuna polemica, non avere pile a sufficienza e' effettivamente da polli, accade.

1. La forra e' breve, non ha tempi di avvicinamento ne' uscita e nella seconda parte permette di uscire in diversi posti.

2. Filippo evidentemente non era esperto a sufficienza, ( lo ha dimostrato l'accaduto ) ma di questo nelle prime calate non ci aveva dato contezza altrimenti avremmo provveduto a impartirgli qualche ulteriore nozione, ha tuttavia frequentato un corso speleo e partecipato ad uscite in grotta.

2-bis. Date le caratteristiche e la morfologia della forra di Trilla, le sue competenze ci sono apparse sufficienti.

3. Conosco un tipo che nell'uscire da una forretta e' inciampato rompendosi una caviglia, non per questo ritengo che non sappia camminare.

Buone bevute.

Francesco Michelacci
coordinatore regionale per la Romagna.
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gio155
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Inserito il - 05 dicembre 2012 : 18:31:11  Mostra Profilo Invia a gio155 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ti rispondo per punti:

1- Come è stato dimostrato, questo non vuol dire che si possa fare a meno di un bidone farmacia con almeno un telo termico e qualche candela. Oltre ad una frontale per persona! Lo dici tu stesso...è da polli!

2 e 2 bis- Non era assolutamente mia intenzione dare dell'incapace a Filippo...ho semplicemente detto che si tende sempre a cercare scusanti come era esperto, era bravo, era buono etc...A volte penso sia più semplice e corretto dire che è stato commesso un errore! Tutto qui.

3- Grazie per il paragone, ma mi sembra un po' forzato! Il mio incidente per una scivolata all'uscita del Bodengo1 credo sia leggermente diverso dal mollare una corda su una calata. Comunque tranquillo, mi aspettavo che qualcuno arrivasse a tirarlo fuori e mi sono fatto una risata!

Ribadisco, il mio intervento era semplicemente mirato a scongiurare che, da domani, la gente pensasse di poter entrare in forra senza teli termici (tanto abbiamo i sacchi da tagliare) e magari con discensori speleo (tanto dicono che si bloccano da soli!)
Spero di non aver infastidito nessuno e ancora auguroni a Filippo!


Haloaa...

gio155
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lucabnc
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Inserito il - 05 dicembre 2012 : 19:48:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lucabnc Invia a lucabnc un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao.

Aggiungo anche la mia opinione.

In questo caso l'unico punto veramente importante l'ha posto Erwin ma non ha ancora avuto risposta. Perchè ha mollato la corda? Ovviamente potrà rispondere solo l'interessato, al quale ovviamente vanno i migliori auspici di pronta guarigione!

Il resto è interessante ma relativo.
Il sistema di calata è ininfluente, se molli cadi, punto. Sicurezza psicologica di due corde invece che una o maggior freno? Poca dimestichezza col discensore usato poco? Cose che non reggono rispetto all'istinto di non mollare la corda a costo di prendersi una botta, che dovrebbe essere la prima cosa che si impara (e si insegna). Molto diverso dalla scivolata su sentiero o in disarrampicata, o da una consapevole minchiata.
La sicurezza dal basso può essere utile ma non sempre applicabile. Poi, come dice Franz, non è facile valutare eventuali incertezze di qualcuno che non si conosce.

Concordo con gio su frontale e telo termico. Sono attrezzatura personale, e non di gruppo, tutti dovrebbero averla sempre. Ovviamente capita a tutti di dimenticarsi o lasciare a casa qualcosa(polli almeno una volta lo siamo stati tutti! e la legge di Murphy è inesorabile)e di certo esperienza insegna sempre! o quasi sempre....
In questo caso (forra poco problematica) il gruppo, in qualche modo , se l'è cavata anche senza, e ha gestito l'emergenza secondo me nel migliore dei modi.


Ciao!

Luca



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