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ultradragon
Torrentista Seriale
Regione: Lombardia
Prov.: Bergamo
Città: Gandellino
190 Messaggi |
Inserito il - 11 dicembre 2012 : 18:33:37
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Ho letto purtroppo dell'incidente. A Filippo un augurio di prontissima guarigione e un in bocca al lupo per la riabilitazione... per esperienza: dacci dentro e sorridi al dolore! Complimenti ai soccorritori intervenuti ed ai compagni di disavventura che hanno gestito al meglio, secondo me, la situazione con quello che avevano a disposizione. Condivido la scelta di utilizzare i sacchi al posto del telo "stagnola" sicuramente più performanti come isolamento termico... quindi un unica osservazione (da estremista soccorritore...) il "telo termico" di cui avete tanto parlato non è "termico". E' scorretto definirlo così perché è "soltanto" isotermico. Infatti non scalda, bensì tenta (e sottolineo tenta... con scarsi risultati) di mantenere costante la temperatura del corpo. Ovvio... meglio di niente!
Se posso però dare un consiglio (estremista soccorritore v.2) per quanto riguarda la dispersione del calore ricordo che la testa disperde circa il 30% del calore corporeo. Rappresenta, nell'adulto, il 9% della superficie corporea. Osservando alcune mute utilizzate in forra (compresa la mia) si nota come manchi il cappuccio in neoprene. Sicuramente per chi possiede mute del genere è altamente consigliabile acquistare un cappuccio per potenziali situazioni fredde... In caso di incidente è importante quindi non tagliare la muta per vedere cosa ci si è fatti, o meglio: se la muta si è rotta nell'incidente provvedere a chiudere gli strappi con qualcosa di idoneo (zaino? benda? nastro adesivo?).
Auguri ancora a Filippo, saluti enrico
Il granito ? rock... tutto il resto ? lento.
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Modificato da - ultradragon in data 11 dicembre 2012 18:42:32 |
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Milena Argiolas
Torrentista Grafomane
Regione: Sardegna
Prov.: Sassari
Città: Sassari
1013 Messaggi |
Inserito il - 12 dicembre 2012 : 12:38:45
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| ultradragon ha scritto:
Ho letto purtroppo dell'incidente. A Filippo un augurio di prontissima guarigione e un in bocca al lupo per la riabilitazione... per esperienza: dacci dentro e sorridi al dolore! Complimenti ai soccorritori intervenuti ed ai compagni di disavventura che hanno gestito al meglio, secondo me, la situazione con quello che avevano a disposizione. Condivido la scelta di utilizzare i sacchi al posto del telo "stagnola" sicuramente più performanti come isolamento termico... quindi un unica osservazione (da estremista soccorritore...) il "telo termico" di cui avete tanto parlato non è "termico". E' scorretto definirlo così perché è "soltanto" isotermico. Infatti non scalda, bensì tenta (e sottolineo tenta... con scarsi risultati) di mantenere costante la temperatura del corpo. Ovvio... meglio di niente!
Se posso però dare un consiglio (estremista soccorritore v.2) per quanto riguarda la dispersione del calore ricordo che la testa disperde circa il 30% del calore corporeo. Rappresenta, nell'adulto, il 9% della superficie corporea. Osservando alcune mute utilizzate in forra (compresa la mia) si nota come manchi il cappuccio in neoprene. Sicuramente per chi possiede mute del genere è altamente consigliabile acquistare un cappuccio per potenziali situazioni fredde... In caso di incidente è importante quindi non tagliare la muta per vedere cosa ci si è fatti, o meglio: se la muta si è rotta nell'incidente provvedere a chiudere gli strappi con qualcosa di idoneo (zaino? benda? nastro adesivo?).
Auguri ancora a Filippo, saluti enrico
Il granito ? rock... tutto il resto ? lento.
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Ciao Enrico. Approfitto del tuo post per farti alcune domande, non lo faccio in privato perchè penso possano servire a tutti. Io nel mio bidoncino stagno, da signorina precisetti quale sono, ho un telo termico di quelli antichi, è una sorta di foglia di polietilene alluminata, così non brucia, molto diverso rispetto a quello solito, in più mi porto dietro anche 6 candale così faccio una sorta di camera riscaldata. In più ho sempre un'amaca, l'idea è quella, eventualmente, di tenere il compagno fuori dall'acqua, in realtà poi quando aimè ho dovuto utilizzarla, è stato per riuscire bloccare bene le stecche a un compagno che ha avuto lo stesso incidente di Filippo. La mia domanda fatidica però è un'altra, nel bidone stagno io tengo sempre anche un panta, una maglia e un cappellino in pile, questo perchè pensavo che avere dei capi asciutti piuttosto che la muta umida fosse decisamente più confortevole, ma dopo aver letto la tua mail le mie certezze sono diciamo CROLLATE!!! illuminami, una volta posizionato il ferito all'asciutto è meglio, se è possibile, levargli la muta umida e mettergli i vestiti asciutti o è una fesseria? Grazie |
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ultradragon
Torrentista Seriale
Regione: Lombardia
Prov.: Bergamo
Città: Gandellino
190 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 11:58:28
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Ciao Milena, le domande che mi fai non possono che avere risposte della serie "secondo me". Credo che le dotazioni di autosoccorso debbano necessariamente essere poco ingombranti e leggere. Da qui il compromesso del telo isotermico per esempio. Ci sono teli termici monouso ma sono ingombranti e più pesanti rispetto a quelli che tutti hanno. Rispetto alla domanda che mi fai riguardo lo spogliare il ferito in forra mi sento di sconsigliarlo. Per due motivi essenziali: la mobilizzazione del ferito ( che sarà necessaria per togliere la muta, sarà dolorosa e potenzialmente pericolosa per il ferito) e la successiva efficacia della copertura (pur asciutta in un primo momento ma che si bagnerà anche solo per l'umidità presente). La muta quindi tienila e anzi "riparala" se rotta nell'incidente e copri la testa del ferito anche con un cappello in pile, che hai in dotazione. Per quanto riguarda invece le candele penso siano poco utili per scaldare il ferito. Sarebbe più utile avere con se un pacchetto termico che a contatto con l'ossigeno produce calore. Questo pacchetto ha dimensioni e peso ridotti ma se posizionato in punti strategici del corpo può davvero contribuire a mantenere la temperatura. Non va posizionato a diretto contatto con la cute. Prendi il caso di un forrista con muta 2 pezzi. Il primo pacchetto puoi posizionarlo sul cuore del ferito tra lo strato della salopette e la giacca. Se poi altri compagni hanno i pacchetti termici allora si possono posizionare sotto le ascelle, all'inguine o sul collo (attenzione sempre alle possibili ustioni soprattutto su pazienti incoscienti o confusi). Il posizionamento di questi pacchetti termici, avrai capito, segue il razionale secondo il quale se vuoi scaldare un corpo con un motore e dei tubi (e del liquido all'interno dei tubi) devi scaldare il motore dove il liquido viene pompato e scaldare i punti dove i tubi passano in superficie. Infine una bella copertura e isolamento dal terreno se possibile. Tutte queste belle cose ovviamente le farai dopo che la scena dell'incidente è stata messa in sicurezza. Scusa per le tante parole, magari se la cosa interessa sarebbe più utile aprire una discussione ad hoc! Ciao ciao
Il granito ? rock... tutto il resto ? lento.
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 16:03:24
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Siamo ancora allo stato primitivo. Concordo certamente sul fatto che l'ipotermia in un ferito vada scongiurata al massimo, non credo invece che il problema si ponga come vitale nel caso di persone in salute, a meno che siano spossate. Indispensabile dunque portarsi una dotazione adeguata alla stagione e all'ambiente.
Da qui la mia domanda: qualcuno ha effettivamente provato che il telo termico classico, quello sottilissimo che quasi tutto portano nel bidone abbia un'effettiva e concreta efficacia? E quanta? E le candele, che siano veramente utilizzabili in una reale situazione di emergenza? Sotto cosa metterle? Con cosa tenerle accese se si spengono?
Mi permetto di pensare a queste due sole cose come a palliativi non in grado di fare la differenza, ma scrivo a sensazione, non le ho provate ma ritengo che in caso di una reale emergenza ci voglia sostanzialmente di piu'.
Ho invece provato l'efficacia dell'allarme dato in tempi rapidi, ovvero una situazione nell'ambito della quale chi chiama il soccorso lo fa nel modo piu' preciso ed efficace possibile.
Francesco Michelacci coordinatore regionale per la Romagna. |
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Milena Argiolas
Torrentista Grafomane
Regione: Sardegna
Prov.: Sassari
Città: Sassari
1013 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 16:04:52
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Personalmente ho utilizzato i teli termici lo scorso anno in Nepal. Abbiamo adagiato il nostro compagno fuori dall'acqua, sopra un telo termico, gli abbiamo messo 3 scaldini tra la giacca e la solopette, abbiamo chiuso la muta, lo abbiamo avvolto con altri 2 teli termici e gli abbiamo steccato la gamba con dei legni, il nastro americano e l'amaca, poi abbiamo fatto il the scaldato con fornellino esbit e abbiamo cercato di stordirlo col valim (ma non è servito), il telo termico di sicuro non lo riscaldava ma ritardava la dispersione del calore corporeo, tant'è che non voleva mai che lo aprissimo, quindi posso dire per esperienza che i teli termici sono molto più di un foglietto di carta. Le candele si accendono con un'accendino, altra cosa che dovrebbe star sempre nel bidone dell'emergenza, ma da utilizzare solo nel caso in cui si faccia una sorta di tenda con i teli termici, non di sicuro quando avvolgi il ferito.
Enrico grazie per la consulenza, lascerò a casa le candele e mi porterò più scaldini, io uso i ricaricabili che hanno un'autonomia di più o meno 3 ore. Hai ragione sarebbe davvero interessante se sul forum ci fosse un topic dedicato a questo argomento, andrei anche oltre, dovresti scrivere anche un bell'articolo esaustivo sul notiziario
Ciao Milena
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Modificato da - Milena Argiolas in data 13 dicembre 2012 16:33:24 |
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pablog
Amministratore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Ravenna
Città: Ravenna
790 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 16:08:25
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Il prossimo giro in forra sarà sicuramente occasione di test con telo termico e candele accese.
Pablo
_______________ Paolo Giannelli Webmaster AIC |
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forzaparis
Amministratore
Regione: Sardegna
Prov.: Cagliari
Città: Cagliari
442 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 16:47:44
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Il telo termico l'ho usato personalmente solo in grotta e senza essere ferito o fratturato. Però di sicuro quando sei completamente bagnato con molto freddo addosso e non ti è possibile muoverti per qualsiasi motivo, il telo termico ha sicuramente cambiato il confort termico e non di poco, passando dai brividi incontrollabili allo stare bene al caldo. Ripeto in condizioni non di incidente.
guidob |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 16:51:48
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Allora Milena, arrotoli la vittima con uno o piu' teli, se hai dei cuscini riscaldanti li infili sotto la muta e gli fai il the', tutto chiaro. Le candele invece farai fatica a infilarle sotto il telo, che fai, crei con altri teli una specie di tenda? La vedo un po' dura e francamente dubito che possano avere una qualche utilita'. Molto meglio invece il fornellino, decisamente piu' ingombrante ma efficace. Va inoltre sottolineato come ben diverso e' forreggiare in Nepal o dietro casa nostra.
FM |
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erwink
Moderatore
Regione: Trentino - Alto Adige
Prov.: Bolzano
Città: Bolzano
440 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 17:14:45
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Rispondo in generale ad alcuni punti: il telo "isotermico" è molto efficace. Purtroppo, mantiene la temperatura, ma non scalda, tant'è che nel soccorso organizzato non vedrete mai un ferito avvolto solamente da un telo termico, ma è d'obbligo prima avvolgerlo in una coperta convenzionale e poi coprire il tutto con il telo. Migliori sono quelli come usa Milena, in polietilene rivestito; pesano un paio di etti in più, si possono riporre comodamente nel bidoncino stagno, ma sono molto più robusti. Una buona cosa da avere sempre dietro, oltre al cappuccio in neoprene da usare in acqua, è un cappellino di lana o pile. Fondamentale per diminuire la dispersione di calore!
Perchè avere almeno un telo termico a testa? Perché 1-2 li usate per avvolgere il ferito e con un altro fate una sorta di tendina sotto cui accendere le candele per scaldare l'aria. Basta tendere una corda da usare come supoorto per la nostra "canadese".
Sull'ipotermia, per rispondere a Franz, non serve essere immersi in acqua o girare nudi d'inverno. Colpisce anche in estate, in base alle condizioni del luogo, al meteo e... al ferito. A Bolzano collaboriamo come Cnsas con l'Istituto per la medicina di montagna dell'Eurac, specializzato proprio sull'ipotermia. Abbiamo appena fatto da cavie per una ricerca sull'efficacia dei termometri timpanici ed esofagei con temperatura ambientali di -20° (meno male che non hanno voluto testare quelli rettali...). Parlando con uno dei responsabili (che è anche un forrista) si ipotizzava di condurre proprio uno studio sull'ipotermia in forra. Chissà, magari nella prossima stagione...
E' vero, fondamentale è un allarme tempestivo. Ma non dimentichiamoci che dal momento dell'incidente alla presa in carico da parte dei soccorritori passano ore. E quindi è fondamentale che i compagni di sventura siano ben preparati.
Insomma, abbiamo focalizzato l'attenzione sui teli termici, ma in realtà nella dotazione dobbiamo ricordarci di avere anche altro.
Erwin
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hamlin84
Torrentista Chiacchierone
Regione: Marche
Prov.: Macerata
Città: Senza fissa dimora
467 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 19:10:13
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Un episodio di Ipotermia l'ho beccato in primavera in Spagna...
Pozze ferme e molto fredde, signora Francese con Muta larga e maglione di lana...
Tremava come una foglia e per tirarla fuori dalla forra, i signori che erano con lei e qualcuno del nostro gruppo, hanno fatto una bella fatica...
Sembrava che delirasse... E' stata una scena impressionante.
Albe
Alberto Mangili C.R. Liguria e-mail: Hamlin84@gmail.com Recapito: 3472134259 http://www.griguecanyoning.org |
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Pizzorni Giovanni
Torrentista Seriale
Prov.: Genova
Città: Recco
110 Messaggi |
Inserito il - 13 dicembre 2012 : 20:11:21
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Salve a tutti, alcune considerazioni sulla discussione. E' vero, esistono presidi molto efficaci e potenti per difendersi dal freddo, prevenirlo, combatterlo etc. Di certo, l'efficacia di un presidio è direttamente proporzionale all'ingombro-peso e al suo costo. Posso affermare, con assoluta certezza, che la combinazione telo isotermico e candela è il presidio in assoluto con il miglior rapporto fra efficacia e ingombro-costo. Generazioni di speleologi hanno apprezzato le qualità del telo durante le soste per il riposo nelle lunghe risalite a seguito di esplorazioni. Ovviamente sto parlando di speleologia alpina ove la temperatura media delle grotte si attesta intorno ai 4°. Ricordo una esperienza personale durante una esplorazione al fondo di Labassa (Marguareis, 3,5° e 96% di umidità) nella quale passai otto ore sotto il telo abbracciato al mio casco con l'acetilene) Ma, molto più recente, l'attesa per la navetta dopo la discesa del Grimavolo a marzo e di notte. Due ore in costume sotto il telo con una candela, ove sono riuscito anche a dormire. I teli termici sono stati i protagonisti assoluti di molteplici incidenti speleologici finiti con esito benevolo, tanto che, le moderne tendine da soccorso speleologico presenti in tutti i magazzini di delegazione, derivano strettamente dalla filosofia del telo termico assemblato a tendina. 4 teli termici permettono in 5 minuti di avere al loro interno una temperatura di 20° quando all'esterno ce ne sono 4! Ovviamente, non si può pensare di fare nell'emergenza quello che non si è capace di fare nella normalità. Questo concetto vale in assoluto. Hasta Luego Nanni |
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gioffri
Torrentista Grafomane
1224 Messaggi |
Inserito il - 14 dicembre 2012 : 11:07:50
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posto anche io alcune considerazioni:
in un'igloo ben fatta con all'interno una candela si può ottenere tranquillamente una temperatura vicina ai 15°, va da se che con un buon numero di teli termici, una candela e un minimo di ingegno si può fare anche meglio, visto che una forra non è un ambiente innevato.
Poi come ha scritto Francesco e ribadito poi Nanni, se hai tutte le migliori attrezzature del mondo ma poi quando si presenta il problema serio ti fai prendere dal panico o non sai come si usano puoi fare a meno di averle.
Circa Giorgio invece vorrei sapere da lui se a causa del suo mancato controllo della luminaria prima della sua uscita in grotta è seguita la giusta lapidazione da parte del gruppo grotte o se ha provveduto da solo ad aprire un cassetto, riporci all'interno gli attributi per poi chiuderlo violentemente.
Ciao. Gianfranco
ps: mi scuso anticipatamente se qualcuno ha letto tra le righe quello che non c'è scritto nelle mie parole |
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Milena Argiolas
Torrentista Grafomane
Regione: Sardegna
Prov.: Sassari
Città: Sassari
1013 Messaggi |
Inserito il - 14 dicembre 2012 : 16:00:19
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Per Franz ...... la mia dotazione di emergenza nelle forre Nepalesi, ti garantisco che è la stessa che uso, chessò a Fuili, in Sardegna, che è una forretta asciutta con avvicinamento 0, appena 4 saltini e arrivi in spiaggia PASSEGGIANDO sul greto del fiume. In linea di massiama la mia teoria è che se faccio fatica a portarmi dietro un bidone d'emergenza che pesa esagerando 2kg, è davvero meglio stare al parco a dar da mangiare ai piccioni. Tra l'altro la mia prima esperienza in forra, quando ero giovane , fu con un gruppo di ESPERTONI, ci perdemmo uscendo dal Flumineddu, cosa impossibile certo, ma quando si è inetti capita, e nessuno di noi aveva niente, ne frontale, ne coltellini o accendino per poter accendere un fuoco, non un cambio asciutto, niente di niente, in giro per il supramonte in inverno senza un sorso d'acqua, della serie E' GIUSTO CHE TI CAPITI!!! quell'esperienza mi insegnò che per nessuna ragione al mondo mi sarei più ritrovata in giro per i monti come una balenga, poi Marcello e Marco, il mio istruttore preferito e l'altro mi spiegarono perchè avrei dovuto avere pure dell'altro ....... e quando mi è servito sono stata davvero sollevata nell'averlo con me |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 14 dicembre 2012 : 18:24:51
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Io no, nel mio far le cose tendo a modulare molto in base all'impegno e dunque se vado a spasso in appennino non porto quello che porterei in groenlandia. Ciò detto concordo su quanto sopra esposto, una minima dotazione d'emergenza non dovrebbe mai mancare anche se talvolta accade.
FM |
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gio155
Torrentista Seriale
Regione: Lombardia
Prov.: Lecco
Città: brivio
242 Messaggi |
Inserito il - 14 dicembre 2012 : 21:05:55
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| gioffri ha scritto:
Circa Giorgio invece vorrei sapere da lui se a causa del suo mancato controllo della luminaria prima della sua uscita in grotta è seguita la giusta lapidazione da parte del gruppo grotte o se ha provveduto da solo ad aprire un cassetto, riporci all'interno gli attributi per poi chiuderlo violentemente.
Ciao. Gianfranco
ps: mi scuso anticipatamente se qualcuno ha letto tra le righe quello che non c'è scritto nelle mie parole
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Caro vecio, non è stato proprio un mancato controllo preventivo…l’elettrico lo accendi e lo spegni due o tre volte e se va,non ti poni problemi, l’ariane non ti metti a caricarla e a provarla a casa (ovvio la normalissima pulizia ordinaria)…certo è che potevo aspettarmela visto che il casco non è alle prime uscite, come è certo che…non c’è stato bisogno di lapidazione, abbandonare quella punta è stato, già di suo, il cassettone del comò della nonna che mi si è chiuso proprio lì. Grazie per avermi rigirato la piaga …stardo!
Haloaaa...
gio155 www.odisseanaturavventura.it "la vita è troppo breve per bere del cattivo vino" |
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giannabis
Torrentista Loquace
Città: seregno
83 Messaggi |
Inserito il - 17 dicembre 2012 : 13:19:22
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ciao a tutti,
credo che come hanno già detto altri sia fondamentale andare a identificare il problema alla radice, cioè alla cause che hanno generato l'incidente: essere pronti a gestire la situazione non è cosa da poco, ma se l'incidente non avviene è meglio per tutti: ferito, compagni e soccorritori...
In 4 mesi e mezzo sono avvenuti almeno 3 incidenti gravi dove vi è sempre stata una caduta: iragna a fine luglio, bares a fine settembre e quello di questo post a inizio dicembre. Se è vero, e io ne sono concorde, che i maggiori pericoli nel canyoning sono legati all'acqua siamo completamente fuori statistica: o la sfiga in questo periodo è particolarmente attiva o c'è qualcosa da correggere...
Matteo |
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franzmc
Moderatore
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Forl?-Cesena
Città: Cesenatico
1517 Messaggi |
Inserito il - 17 dicembre 2012 : 15:34:04
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| giannabis ha scritto:
ciao a tutti,
credo che come hanno già detto altri sia fondamentale andare a identificare il problema alla radice, cioè alla cause che hanno generato l'incidente: essere pronti a gestire la situazione non è cosa da poco, ma se l'incidente non avviene è meglio per tutti: ferito, compagni e soccorritori...
In 4 mesi e mezzo sono avvenuti almeno 3 incidenti gravi dove vi è sempre stata una caduta: iragna a fine luglio, bares a fine settembre e quello di questo post a inizio dicembre. Se è vero, e io ne sono concorde, che i maggiori pericoli nel canyoning sono legati all'acqua siamo completamente fuori statistica: o la sfiga in questo periodo è particolarmente attiva o c'è qualcosa da correggere...
Matteo
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E' vero, per fortuna siamo fuori statistica, un incidente legato all'acqua non necessita del cnsas, non almeno nel senso di un intervento urgente. In un caso del genere l'unica prevenzione/soluzione sta nella esperienza e capacita' del singolo e del gruppo di affrontare le varie situazioni, prima di tutte il non entrare in forra con condizioni idriche superiori alle proprie capacita'.
Nei casi che citi, e ne posso aggiungere un altro in Palvico in Ottobre, si tratta di situazioni legate alla progressione, da sempre salti e toboga sono piu' a rischio del calare su fune.
L'evento in Trilla ha la medesima soluzione degli altri: prestare maggiore attenzione, sia a noi stessi che al prossimo, sia più che meno esperto.
FM |
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gioffri
Torrentista Grafomane
1224 Messaggi |
Inserito il - 17 dicembre 2012 : 16:42:58
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2 cose veloci:
non è vero che la maggior parte degli incidenti in forra sono legati all'acqua. Il discorso è diverso: la maggior parte degli incidenti sono legati ad imperizia e scivolate. Tra gli incidenti mortali però la percentuale di quelli causati dall'acqua è molto alta.
non credo proprio che un incidente che è stato causato dall'acqua non necessiti di intervento immediato! anche l'esperto o l'acquatico può essere coinvolto in un incidente dovuto all'acqua e farsi del male con la necessità di intervento di soccorso.
Ciao. Gianfranco |
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giannabis
Torrentista Loquace
Città: seregno
83 Messaggi |
Inserito il - 17 dicembre 2012 : 17:29:05
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in effetti mi sono espresso male: l'acqua è il fattore di rischio che porta alle conseguenze più gravi (morte). Col post intendevo dire che gli incidenti occorsi sono probabilmente più evitabili di quelli legati all'acqua ponendo massima attenzione ai movimenti propri e altrui.
Finchè scivolo e mi spacco una caviglia va ancora bene, ma rompersi bacino, vertebre o femore per imperizia o disattenzione non ci sta proprio...
Matteo
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gioffri
Torrentista Grafomane
1224 Messaggi |
Inserito il - 17 dicembre 2012 : 18:08:31
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| giannabis ha scritto:
Finchè scivolo e mi spacco una caviglia va ancora bene, ma rompersi bacino, vertebre o femore per imperizia o disattenzione non ci sta proprio...
Matteo
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sono completamente d'accordo!
Ciao. Gianfranco |
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